F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 5 0        1 9 5 1        1 9 5 2        1 9 5 3        1 9 5 4       1 9 5 5        1 9 5 6        1 9 5 7        1 9 5 8        1 9 5 9        >

 

●●● ½




I TARTASSATI
A QUALCUNO PIACE CALDO
LA BELLA ADDORMENTATA...
VIAGGIO AL CENTRO DELLA...
INTRIGO INTERNAZIONALE
IL VEDOVO
UN MALEDETTO IMBROGLIO
IMPROVVISAMENTE L'ESTATE...
LA GRANDE GUERRA
I  QUATTROCENTO COLPI
LA FONTANA DELLA VERGINE
PELLE DI SERPENTE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Albertone diretto da Francesco Rosi"

 

 

Hannover, negli anni in cui i migranti erano gli italiani, un filibustiere con ben pochi scrupoli mette le grinfie su un giovane poveraccio disilluso che sta per rientrare nel belpaese senza aver fatto affatto fortuna e lo arruola come spalla per le sue piccole truffe, dove piazza tessuti e tappeti con escamotage degni del furbacchione che è. Prova a ingrandirsi, chiama a sé i colleghi e si trasferisce ad Amburgo dove entra in conflitto coi polacchi rivali nel mercato nero. La bella moglie del nuovo padrone s'innamora del sodale... Francesco Rosi inizia "I Magliari" con un tono da commedia, ma sposta poco alla volta la pellicola più sulle coordinate di certi drammi di Elia Kazan. Sarà l'ambientazione straniera (il film è girato interamente in Germania) sarà il notevole bianco e nero, sarà l'interpretazione sottotono e sofferta di Renato Salvatori che sembra davvero ripercorrere le orme di un Brando, specie quando entra in contatto con la bellissima Belinda Lee. Albertone è a suo agio nella figura non proprio bieca ma almeno cinica, trafficona, e vile: occasione per lui di dare sfoggio alla sua bravura a tutto tondo. Se il povero Salvatori si becca i pugni per difenderlo, lui si defila chiudendo la porta dietro a sé! Rosi però preferisce scegliere come fulcro della narrazione il personaggio positivo di Salvatori ("io cercavo un lavoro, per fare il truffatore potevo restare a casa") facendolo camminare per tutto il tempo sul filo di un rasoio tagliente, chiudendo su un finale triste e struggente (sulle note di "You Told Alive") Ingustamente poco ricordato, prontamente recuperato (nella versione restaurata presentata alla 66esima Mostra di Venezia) grazie ad una segnalazione di Francesco Barilli in un suo articolo dove parlò del film come di una delle migliori performance di Sordi. La musica è già firmata da Piero Piccioni, musicista che accompagnerà con i suoi tempi gran parte dei film del mattatore romano. [FB]

 

DI F. ROSI, CON A. SORDI, R. SALVATORI, B. LEE, C. GIUFFRé, COMM/DRAMMATCO, ITA, 1959, 112', 1.85:1