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I TARTASSATI
A QUALCUNO PIACE CALDO
LA BELLA ADDORMENTATA...
VIAGGIO AL CENTRO DELLA...
INTRIGO INTERNAZIONALE
IL VEDOVO
UN MALEDETTO IMBROGLIO
IMPROVVISAMENTE L'ESTATE...
LA GRANDE GUERRA
I  QUATTROCENTO COLPI
LA FONTANA DELLA VERGINE
PELLE DI SERPENTE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Jacovacci e Busacca vincono la loro guerra, e Monicelli firma il suo primo film drammatico"

 

 

Un milanese pacifista e un romano pelandrone si incontrano, si scontrano e infine solidarizzano durante gli scontri di fanteria della Prima Guerra Mondiale. COnsiderate le pecore nere del reggimento finiranno per essere protagonisti di un atto eroico sul Piave, passato inosservato, e quindi assente nei libri di storia... Indubbiamente a loro modo, "Jacovacci" e "Busacca", vincono la loro guerra. Grande affresco firmato da Mario Monicelli e primo film veramente importante per lui su registro drammatico. L'indiscussa bravura di Nino Rota fa dimenticare la pochezza dei cori dei soldati, pur necessari nella loro accessorialità dove, al di la del richiamo nostalgico di chi quell'epoca l'aveva vissuta, vanno a scandire i diversi capitoli che si avvicendano (il tema d'amore, Morricone l'ha plagiato -mica male!- per il primo western di Leone). La sceneggiatura de "La Grande Guerra" alterna momenti più agrodolci con altri decisamente commoventi: il portaordini che viene sacrificato per un demenziale messaggio di auguri del generale, ne rappresenta l'emblema. L'epopea si carica di un respiro western, per un vero kolossal come non se ne faranno più, con un finale che è divenuto una pietra miliare, celeberrimo, e copiatissimo. Con Gassman in gran spolvero (la sua uscita di scena è quella di un grande, con quell'occhietto rivolto al compare) Sordi di complemento, e una Silvano Mangano sfolgorante nel ruolo della prostituta ladra, si renderanno anche partecipi di inattesi slanci di generosità (la colletti spillata con un trucco, devoluta alla vedova del buon Lulli) come del resto si riscatteranno in un motto, non tanto di amor patrio, quanto di dignità ("quelli conoscono solo fegato veneziano alla cipolla, e presto mangeremo anche noi quello"). La demenzialità della guerra viene messa in mostra in tutta la sua insensatezza, in un film che non sfigura con i capolavori di Kubrick e Cimino. [FB]

 

DI M. MONICELLI, CON A. SORDI, V. GASSMAN, S. MANGANO, B. BLIER, F. LULLI, GUER, ITA, 1959, 132', 2.35:1