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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

La lucciola Cabiria sogna un avvenire un uomo che la possa strappare via dalla strada. Ma i sogni sono difficili da realizzare e nonostante il suo vitale ottimismo, il destino ha in serbo per lei dure prove... Capolavoro di Fellini, con "I Vitelloni" -a mio avviso- superiore ai celebratissimi "Dolce Vita" e "8 e 1/2", vanta quello che per me è uno dei più bei finali che il cinema abbia mai avuto. [EVIDENZIA LO SPOILER] Quando ormai tutto è perduto, la sfortunata -umiliata e spogliata di tutto- caldeggia il suicidio quale unica possibile via di fuga dall'ingrata vita alla quale cercava disperatamente di sottrarsi, ma viene richiamata alla vita dal carosello di turisti che rappresenta una metafora bellissima e commovente. Basterebbe questa sola sequenza a consegnare la pellicola alla storia. Ma tutto qui è centellinato alla perfezione nella sorprendente opera seconda del genio felliniano; una pellicola che arriva appena un anno dopo quella sorta di prova generale rappresentata da "Lo Sceicco Bianco", sua prima escursione da solista ("Luci del Palcoscenico" era nato a quattro mani con Lattuada). "Cabiria" rappresenta nell'intenzione del suo ideatore-demiurgo una sorta di proiezione femminile del "Pinocchio" di Collodi. Tenendoci ignote le sue origini, Fellini ci presenta il personaggio e gli fa desiderare nella stessa maniera e con il medesimo trasporto e determinazione: il desiderio di diventare "altro". Una ricerca che la porterà a scontrarsi duramente con la realtà in una sorta di viaggio iniziatico nel quale dovrà confrontarsi con i principali mali della società: gelosia, ignoranza (il pellegrinaggio), cattiveria e cupidigia; estranei alla nostra Cabiria, ammantata di un candore quasi ultraterreno. Girato magnificamente, supportato da un cast attoriale e tecnico di primissimo ordine, il film vanta una Giulietta Masina monumentale e inarrivabile. Musiche indimenticabili di Nino Rota. [FB]

 

DI F. FELLINI, CON G. MASINA, A. NAZZARI E F. PERIER, COMMEDIA, ITALIA, 1957, 110', 1.33:1, VOTO: 10