F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
T E M P O L I B E
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MELANCHOLIA
LA PELLE CHE ABITO
TUTTI I NOSTRI DESIDERI
MIRACOLO A LE HAVRE
LA FUGA DI MARTHA
SECUESTRADOS
A DANGEROUS METHOD
THIS MUST BE THE PLACE
UNTHINKABLE
THE GREY
MIDNIGHT IN PARIS
LA CHISPA DE LA VIDA
HABEMUS PAPAM
*LE PALUDI DELLA MORTE
THE RESIDENT
T R A I L E R
"i padri della psicanalisi, psicanalizzati"
Freud e Jung, prima accomunati da studio e lavoro, poi dalla passione per una giovane complessata... Abbiamo qui i padri della psicanalisi, psicanalizzati: il pragmatismo di Freud contro l'idealismo di Jung. E in mezzo: Sabina Spielrein: il vero catalizzatore delle deduzioni dei due. Messinscena rigorosa, come sempre da Cronenberg, per questo "A Dangerous Method". Certo, era difficile superare il "Freud piazzista" del morettiano SOGNI D'ORO Keira Knightley parte non benissimo facendo le boccacce e imbruttendosi allungando inusitatamente il mento in fuori (temevo si stesse trasformando in una lupa mannara morettiana) ma per fortuna ritrova il giusto senso delle misure, mantenendo un contegno anche quando la vediamo sculacciata da Fassbender (bravissimo, ma resta freddo come un frigorifero anche quando viene sfregiato). Quanto a pragmatismo non si può che essere comunque secondi al Freud di Viggo Mortensen, alla sua terza collaborazione con Cronenberg: il padre fondatore dell'arte dell'interpretazione dei sogni, inizialmente trattava di sesso in senso onnicomprensivo ("vorrei raccontarvelo il mio ultimo sogno, ma non vorrei mettere in pericolo la mia autorità") e se Jung parla di "esteriorizzazione catalitica", la disputa tra i due non terminerà nemmeno quando quest'ultimo finirà infartato. Tralasciando Vincent Cassel, nel solito ruolo del sessuomane (basta!!) curiosa la citazione di Amenophis IV° e la sua "pulsione parricida" che avrebbe creato il bizzarro concetto di "un unico dio", confutata da Jung il quale affermerà che l'aver cancellato il nome del padre stava nel fatto che nel suo vero nome era contenuto "Amon: uno degli dei che si voleva cancellare". Pochi svolazzi registici, ma uso nella computer grafica che c'è, ma non si vede, come solo i grandi sanno fare. Howard Shore allo score fa un po' il Beethoven, un po' lo Shostakovich, con le dovuto proporzioni. [FB]
[ID] di D. CRONENBERG, con M. FASSBENDER, K. KNIGHTLEY, V. MORTENSEN, DRAM, CAN, 2011, 94', 1.85:1