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T R A I L E R

   
 

"seguito di 'La Orca', con derive pseudo-necrofile"

 

 

Ricongiuntasi ai genitori dopo un rapimento, la ragazza ha accumulato tensione che scarica sui genitori, rei di non aver pagato subito il riscatto. Inoltre conserva per sé il fatto che sia stata proprio lei a ucciderlo... Fresco di consenso per  LA ORCA  Eriprando Visconti gira al volo (quel che si dice "istant movie") il suo seguito ufficiale. E dopo la "sindrome di Stoccolma", il regista, nipote di Luchino, guarda piuttosto al complesso post-rapimento, foriero di traumi assortiti. "Oedipus Orca" parte esattamente dove si interrompeva l'altro, e ne è consequenziale: la ragazza rapita, appena liberata, viene riconsegnata ai genitori. La ricetta è la medesima e la ninfetta Rena Nihaus, adolescente, si fa fare ancora il "bagnetto" dalla mamma, nuda pure in presenza della figura parterna che nel capostipite non veniva mostrata, e che qui ha il volto di Gabriele Ferzetti. Morbosità assortite quindi, e non solo convolgenti la protagonista, ma anche i genitori: prendasi la sequenza dove stemperano la tensione con un rapporto orale improvvisato lì per lì o dove la sorella maggiore pettina la piccola (appena bambina) nature, allo specchio (minori nudi al cinema, come nel film scandalo di Murgia  MALADOLESCENZA  dello stesso anno). Poi, il Visconte qui si lancia in derive pseudo-necrofile con la Niehaus che si struscia dapprima con la sagoma del rapitore morte tracciata dalla scientifica, visita una cripta, poi un mattatoio (immagini agghiaccianti) sino "agli alberi morti". Chiara la metafora? Che lei seguiti a pensare a Placido, che ne abusava frequentemente, piuttosto che al suo fidanzatino, è chiara conseguenza dei fatti: costui è Miguel Bosé, noto per l'orientamento sessuale invertito. Con la madre, sempre dedita all'hobby della floricultura, sono scintille, almeno sino a che questa le confessa di aver visto uccidere un uomo (?!). Il finale che qualcuno definsice "horror" è comunque curioso. [FB]

 

di E. VISCONTI, CON R. NIHAUS, M. BOSé, G. FERZETTI, DRAMMATICO, ITALIA, 1977, 92', 1.85:1