F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 7 0        1 9 7 1        1 9 7 2        1 9 7 3        1 9 7 4      1 9 7 5        1 9 7 6        1 9 7 7        1 9 7 8        1 9 7 9        >

 

CULT

IN NOME DEL POPOLO...
IL DITTATORE... BANANAS
E ORA QUALCOSA DI...
BELLO ONESTO EMIGRATO...
GIù LA TESTA
REAZIONE A CATENA
IL GATTO A NOVE CODE
TERRORE CIECO
DUEL

L'ABOMINEVOLE DR. PHIBES
ARANCIA MECCANICA
MORTE A VENEZIA
CANE DI PAGLIA
NOTTE BRAVA DEL SOLDATO...
E JOHNNY PRESE IL FUCILE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Un enigmista cieco che fa da genitore ad una piccola orfana orecchia per caso un dialogo tra due sconosciuti per strada. Seguirà un omicidio e il testimone "auricolare" chiederà l'aiuto di un giornalista per indagare sull'intreccio che investe rivoluzionarie teorie sul raro genoma XYY, responsabile pare della schizofrenia...  Considerato a torto un Argento minore, "Il Gatto a Nove Code" (titolo secondo della cosiddetta "trilogia degli animali") è in realtà un noir molto teso ricco di spunti interessanti e dall'indubbia atmosfera claustrofobica. La città senza nome in cui è ambientata, per lo più di notte, la vicenda (trattasi in realtà la cara Torino: città prediletta dal regista romano per il suo presunto alone esoterico) assume a tratti i contorni di una tela di De Chirico solcata dalla rombante auto sportiva guidata da una Spaak riccia: personaggio, questo, un po' troppo stilizzato per risultare credibile. Grande è invece l'affiatamento che si crea attorno alla coppia formata dall'ex tenente de "Le Strade di San Francisco" e premio oscar Karl Malden e l'aitante James Franciscus. Sequenza clou della pellicola, quella che vede quest'ultimo intrappolato in una tomba di famiglia in compagnia della fresca ospite del più recente sarcofago regala sudori freddi nutrendosi di mere suggestioni. Per il resto, la vicenda si riduce alla ricerca della verità attraverso la scia di cadaveri che l'assassino si lascia suo malgrado per strada cercando di eliminare ogni prova che possa comprometterlo. Un po' stucchevoli le scene che coinvolgono la piccola e il suo tutore (un'orfana affidata ad un cieco può già apparire di per sé una forzatura) al quale si rivolge chiamandolo "biscottino". E ci si mette anche Morricone che confeziona uno score dal sapore dolciastro. Argento cita infine apertamente Alfred Hitchcock (il bicchiere dal quale è meglio non bere di "Notorius", ma anche il "Vertigo" dell'inseguimento sui tetti) guardando al mercato americano. [FB]

 

di D. ARGENTO, CON J. FRANCISCUS, K. MALDEN E C. SPAAK,  GIALLO, ITALIA, 1971, 112', 2.35:1, VOTO: 8