F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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L'IMPERO COLPISCE ANCORA
STARDUST MEMORIES
UN SACCO BELLO
BIANCO ROSSO E VERDONE
THE BLUES BROTHERS
SHINING

FOG
INFERNO
MANIAC
VENERDì 13
TORO SCATENATO
THE ELEPHANT MAN
VESTITO PER UCCIDERE
STATI DI ALLUCINAZIONE
MACABRO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"iperviolento noir di Fulci"

 

 

In una Napoli da girone infernale, la lotta per il contrabbando si divide tra buoni e cattivi: sigarai e narcotrafficanti. Ad uno trucidano il fratello, ammazzano l'amico, violentano la moglie. E questi s'incazza... Un boss, "Il Marsigliese" ovviamente, che si profuma con un improbabile "muschio selvaggio" (SIC) una cornice partenopea che pensi che da un momento all'altra sbuca fuori Mario Merola a cantare 'a sceneggiata" e gli immancabili fantocci martoriati da effettisti mortificati dallo stupido voler insistere ostinataente della mdp. Poi arrivano alcune delle scene più violente della decade passata inserite in un noir vecchio stampo, fra cui: un poveraccio (il fratello del protagonista) mitragliato e ridotto peggio di un groviera e precipitato sulla scogliera dopo aver rimbalzato a più riprese dritto da una scarpata, un altro semi-sciolto alla "Solfatara", il volto di una donna distrutto da una fiamma ossidrica (Eli Roth, incassa e ringrazia, avendo preso di peso l'idea per catapultarla nel suo  HOSTEL  ) un'altra (la moglie del protagonista, dal volto di Ivana Monti) pestata a sangue e stuprata -come avrebbe detto un personaggio di Kevin Smith- "in un posto molto stretto che non è il retro di una volkswagen, il ventre di uno sgherro del cattivo esploso letteralmente con generosa fuoriuscita di "bocconcini di carne" (vedere per credere!) e via procedendo, di orrore in orrore. Tutto questo è "Luca Il Contrabbandiere" d Lucio Fulci, noir a tutto tondo che si fa quasi horror a base di una bassa macelleria da far invidia alla Bottega della Carne. Prendere o lasciare. Prendiamo, moderatamente, non potendoci definire propriamente "fan" del regista di  NON SI SEVIZIA UN PAPERINO  e  SETTE NOTE IN NERO  indubbiamente i suoi lavori migliori. Fabio Testi manderà il "Marsigliese" a far compagnia alla monnezza. Iperviolento e con una fotografia talmente livida da far sembrare tutto "in un bicchiere di anice, eh già"... [FB]

 

Di L. FULCI, CON F. TESTI, I. MONTI, M. BOZZUFFI, G. ALBERTI, NOIR, ITALIA, 1980, 91', 1.85:1