F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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"truce, sordido, malsano, a tratti insostenibile, ed è un film da Festival..."

 

 

In un quartieraccio di Amburgo un predatore assassino sceglie le sue vittime, tutte donne, in un lercio bar... "Il Mostro di St Pauli" è un film che colpisce duro. Si tratta di un horror truce, sordido e malsano come pochi, e il paragone con  HENRY  non è del tutto fuori luogo, ma laddove il serial killer di McNaughton era "il principe sangue blu dell'annientamento" (lo scriveva un immaginario recensore poi torturato da Nanni Moretti) il "nostro" 'Fritz Honka' (come dire: Mario Rossi in Germania) interpretato in maniera molto aderente da Jonas Dassler, è un reietto che pare vomitato dalla penna di Dumas, miserabile tra i 'Miserables', e forse anzi sicuramente ancor di più. Frequenta un bar che definire "repelellente" sarebbe fargli un complimento, popolato di scaragaggi bipedi di rara miseria e bruttezza che si dividono tra un tavolo  e l'altro mentre un jukebox marcio diffonde liriche canzoni, e vive in una soffitta che oltre ad essere una topaia tremenda, ricovera tra gli interstizi delle sue mura i resti mortali delle sue vittime, tutte donne, uccise, smembrate e lì stipate, a brani. L'alcool sembra il 'motore' scatenante della follia omicida dello sgorbio omicida, gobbo, strabico, ignorantissimo. Nei suoi deliri iniziali prende corpo una impossibile 'parentela' tra l'orrenda clochard che si porta in casa (e con la quale intrattiene il solito abominevole 'rapporto sessuale', unico non chiuso con il solito abominico grandguignol) e la giovane studentessa bocciata a fine anno e che ha in pratica sin lì visto una volta sola. Davvero la visione non si può certo consigliare a tutti, anzi confesso che pur di stomaco assai forte, ho trovato alcuni passaggi decisamente ributtanti. In coda scorreranno foto autentiche dei personaggi, realmente esistiti. Film allucinato come pochi, da affrontare con estrema cautela, presentato in Concorso (!) a Berlino, e l'autorialità si riflette anche in una fotografia nebbiosa di nicotina. [FB]

 

[DER GOLDENE HANDSCHUH] DI F. ARKIN, Con J. DASSLER, HORROR, GERMANIA, 2019, 110', 1.85:1