F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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SECONDO TRAGICO FANTOZZI
ROCKY
BRUTTI SPORCHI E CATTIVI
COMPLOTTO DI FAMIGLIA
FEBBRE DA CAVALLO
CARRIE
LA CASA DALLE FINESTRE...

L'INQUILINO DEL TERZO PIANO
IL PRESAGIO
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Nicholson e Brando assieme? Sì, e il secondo è un damned motherfucker pre-tarantiniano"

 

 

Nel Montana dei ladri di cavalli, si impiccano i responsabili senza neanche un processo. Un fuorilegge cambia vita e si mette a coltivare la terra investendo il malloppo sottratto dopo una rapina, mentre gli ex compagni continuano l'attività nel vicino Canada. Assoldato da un colone derubato nel suo ranch dei suoi cavalli, giunge sul luogo un "regolatore" per pagare i conti cogli assassini di un suo sottoposto ucciso per vendetta... Marlon Brando e Jack Nicholson. "Io penso che la vita sia come una ferrovia di montagna, perché non si può mai sapere quale lurido figlio di puttana abbia la mano sui comandi" è un dialogo che sembra uscito dalla testa di Quentin Tarantino. E invece stiamo parlando di un film della nuova Hollywood a metà degli anni '70, per la regia dell'Arthur Penn che già aveva ambientato nel selvaggio west il più bell'apologo sulla storia colonica americana (fondata sul sangue) in quel capolavoro pro-indiani che è  PICCOLO GRANDE UOMO  Brando è il diabolico "regolatore", ovvero una specie di cacciatore di taglie psicopatico: infido peggio di una serpe, prima da fiducia e poi pugnala alle spalle proprio come un damned motherfucker della squadra "Vipere Mortali". Scorrettissimo, impertinente, minaccia flatulenze all'indirizzo dello stesso uomo che l'ha assoldato ("io riesco a seguire un tafano anche su per le vostre narici") e soprattutto, una volta "innescato", non lo si può fermare (!) Per contro il buon Jack sfodera il suo ghigno pre-Torrance, dicendo: "preparati a farti spaccare il tuo grosso culo!". Se poi assommiamo una storia d'amore tra Nicholson e la figlia del proprietario del ranch, realizziamo come, al netto dei difetti pur presenti (troppi intermezzi leggeri che allentano la tensione, donando alla storia un andamento claudicante) "Missouri" di Penn sia comunque un film da consigliare. Brando già ciccione e canuto, ma con un patrimonio carismatico a rivaleggiare alla pari con un Nicholson già lanciatissimo. [FB]

 

[THE MISSOURI BREAKS] di A. PENN, CON M. BRANDO, J. NICHOLSON,  WESTERN, USA, 1976, 121', 1.85:1