F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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SECONDO TRAGICO FANTOZZI
ROCKY
BRUTTI SPORCHI E CATTIVI
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L'INQUILINO DEL TERZO PIANO
IL PRESAGIO
BALLATA MACABRA
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IL MARATONETA
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TUTTI GLI UOMINI DEL...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"il caos si fa fastidiosa confusione, e al di la di qualche felice suggestione, si affaccia la noia"

 

 

Memorie a amori di Giacomo Casanova: amatore infaticabile e spirito libero, diviso tra la sua cara Venezia e l'adottiva Francia. Le molteplici amanti, l'evasione dai Piombi, il contatto con l'aristocrazia "magica" d'oltralpe, il suicidio caldeggiato, la gara amatoria, l'incontro con la madre in Sassonia, la donna-automa... "Il Casanova di Federico Fellini" è un dramma funereo e anche spettrale, logica derivazione dell'opera del cineasta, di ritorno dalle divagazioni oniriche di  GIULIETTA DEGLI SPIRITI  Durante il tentato suicidio la messinscena parrebbe dirci che il protagonista, nel suo vagabondare, abbia addirittura sconfinato all'Inferno, non fosse altro che si sia trovato sulle rive di uno Stige dove si passava all'altra sponda attraverso una grande "mona". "Ma i tuoi viaggi attraverso i corpi delle donne, dove ti portano?" si dirà infatti. Altri ancora diranno di lui: "che strano uomo che sei, no non puoi parlare d'amore senza unirlo ad immagini funeree". Il regista supplisce dal mostrare il miglior amico del protagonista (indovinate quale) sostituendolo con l'evidente allegoria del carillon meccanico di un volatile che si gonfia il petto e inizia a sbattere le ali. Si tratta di un Fellini non pienamente riuscito, e -diciamolo: francamente anche noioso (complice la durata eccessiva) dove si riaffaccia il "caos incontrollato" che diventa però spesso fastidiosa confusione. Qualche lampo di felice suggestione (l'incredibile approccio con l'automa-donna) c'è, intendiamoci. In tempi dove le donne neanche potevano recitare in rappresentazioni teatral-musicali (retaggio di omoni e castrati) Ninetto Rota scrive una partitura insolitamente lirica. Ma anche lui -duole dirlo, per uno che stravedere per il compositore- non sembra pienamente ispirato. Restano solo poche intuizioni melodiche e qualche squarcio suggestivo affidato alla glassarmonica. Donald Sutherland, o meglio la sua Maschera, è doppiata da Gigi Proietti. [FB]

 

di F. FELLINI, CON D. SUTHERLAND, T. AUMONT E O. CARLISI, BIOGRAFICO, ITA, 1976, 165', 1.85:1