F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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TONYA
SULLA MIA PELLE
EVA
BALLATA DI BUSTER SCRUGGS
DOG MAN
HOLD THE DARK
22 LUGLIO
ORE 18.17 ATTACCO AL TRENO
BEIRUT

IL PRIGIONIERO COREANO
TERMINAL

L'ANGELO
OPERATION FINALE
PRIVATE LIFE
SECONDA VOLTA DI ANDERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Sam Elliot in un film che è una commisstione di generi che vanno dal dramma al fantastico"

 

 

Solo con il suo cane, un vecchietto è in realtà un cacciatore molto speciale, una figura mitica che la storia ha voluto dimenticare. Raggiunge il fratello in Canada, dove gli sarà affidato il destino dell'intera umanità... Penso inizialmente a  BUBBA HO-TEP  ma a differenza del film di Coscarelli non c'è il pulp in "The Man Who Killed Hitler and Then the Bigfoot" e al contrario tutto l'assunto, che sulla carta parrebbe a dir poco demenziale, risulta, come dire.. credibile!? Letteralmente: "L'uomo che uccise Hitler, e poi anche il Big Foot" è tanta roba, ma non v'è traccia di commedia in tutto ciò. Fantastica commistione di generi: dallo storico al sentimentale (la liaison irrisolta nella sua prima parte di vita) sino al fantascientifico, persino al genere "pandemico". Costantemente andando avanti e indietro nel tempo, mostrandoci le vicende passate del protagonista alternate a quelle nella sua contemporaneità. E l'azione, tutta concentrata nell'ultima avventurosa mezz'ora. Nel raggio di 80 km dovrà uccidere "Big Foot" per arrestare l'infezione trasmessa dal suo morso, il cui dilagare potrebbe portare a ricorrere all'atomica per disinfettare la zona prima che sia troppo tardi. Da brivido certi dialoghi, come il racconto su "Hitler" che l'uomo farà loro: "quel giorno uccisi solo un uomo, il Mostro sopravvisse". Com'era già stato un momento suggestivo il monologo del "barbiere" sinti. Perfino il momento "topico" riesce poi a diventare qualcosa di commovente, prima di un'ennesima sterzata imprevista. Il grande Sam Elliot, che ricordiamo quale 'deus ex machina' de  IL GRANDE LEBOWSKI  è "Calvin Barr", unico al mondo che possa aver agguantato "l'imprendibile" conseguendo "l'impossibile": ennesima impresa che verrà rimossa, come un quadro dalla parete, e pronta ad essere dimenticata. Scritto, sceneggiato e diretto dal regista Robert D. Krzykowski è stato prodotto da Lunck Mckee che ha "confezionato" il tutto benissimo. [FB]

 

[ID] DI R. D. KRZYKOWSKI, CON S. ELLIOT, A. TURNER, L. MILLER, DRAM/FANT/SENT, USA, 2018, 98', 2.35:1