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T R A I L E R

   
 

"un frizzante secondo capitolo in linea con il primo"

 

 

Tony Stark si crogiola nel suo ego smisurato nonostante il suo bypass di palladio che unito all'uso dell'armatura di Iron Man ne sta mettendo seriamente a repentaglio la vita. Passate le consegne alla segretaria Pepper, al Gran Premio di Montecarlo subisce l'aggressione di un nuovo nemico in possesso di quella che riteneva una sua tecnologia esclusiva. Intanto lo stato maggiore esige il brevetto dell'armatura... Prologo russo con la nascita del villain interpretato da Michey Rourke (ci voleva un grosso nome per rimpiazzare Jeff Bridges) che non ha mai fatto mistero di essere rimasto contrariato dalle decisioni di Favreau di "ridimensionare" spazio e psicologia del suo personaggio che a dire la sua era stato preparato con molta cura e contributi personali. Per il resto, lo stile č quello frizzante del primo  IRON MAn  con intriganti location (Malibł, la trasferta nel Principato di Monaco in pieno Bond-style) ma i combattimenti che erano l'unico neo del comunque avvincente primo capitolo continuano ad essere troppo brevi, quasi il regista volesse centellinarli. Gią concede l'entrata in scena di "War Machine". Per contro i nemici si moltiplicano, almeno su scala "seriale" dal momento che si tratterą per lo pił di "droni" radio-comandati da un Rourke che manderą avanti la cavalleria (l'esercito ma anche la marina) prima entrare direttamente in azione. Ritmo sostenutissimo anche nelle sequenze di raccordo (notevole quella della "rinascita" di Stark con il suo "nuovo cuore") e azzeccate scelte di cast. Scarlatta Johansson burrosa, in versione double-face: segretaria occhialuta e in tuta in lattice come "Vedova Nera", nemesi comunque sottoutilizzata. Torna anche la Paltrow e Samuel L. Jackson in coda pone le basi per l'entrata di Stark nei "Vendicatori" di prossima uscita, evocati dallo scudo di "Capitan America" quale fermaporta e il martello di "Thor" abbandonato nei pressi di una cava. [FB]

 

[ID] di J. FAVREAU, CON R. DOWNEY, M. ROURKE E S. JOHANSSON, AZIONE, USA, 2010, 119', 2.35:1