F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 1 0        2 0 1 1        2 0 1 2        2 0 1 3        2 0 1 4       2 0 1 5        2 0 1 6        2 0 1 7        2 0 1 8        2 0 1 9        >

 

●●●● ½

BALLATA DELL'ODIO E..
THE SOCIAL NETWORK
IL GRINTA
WINTER'S BONE
FROZEN
L'UOMO NELL'OMBRA
THE KILLER INSIDE ME
LA VIA DEL RITORNO
PEACOCK
HEREAFTER
BIUTIFUL
127 HOURS
RABBIT HOLE
ROOM IN ROME
SOMEWHERE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"straripante, adrenalinica, violentissima allegoria sulla follia della guerra"

 

 

Coltivato il sentimento della vendetta sin da piccolo, da quando nel '37 l'avanzata dei militari di Franco gli portò via l'unico genitore, Javier, quarant'anni dopo, raccoglie l'eredità del padre come pagliaccio triste e si innamora della trapezista Natalia, dipendente del padrone del circo Sergio: clown violento e psicopatico... Che Alex de la Iglesia ci sapesse fare lo si era capito dalla "Peliculas"  LA HABITACION DEL NINO  raro esempio di cinema del terrore per la tv. Lo stravagante "La Ballata dell'Odio e dell'Amore", leoncino d'argento e premio alla miglior sceneggiatura (sempre del regista) alla Mostra del Cinema di Venezia, mescola melodramma (Leoncavallo) e pulp cavalcando il registro onirico (Fellini, of course) e la deriva fiabesca (Cocteau) come pochi saprebbero fare. Dal deragliamento onirico de la Iglesia diventa puro Gilliam al 100%: una sorta di versione ultragore del Barone di Munchausen (fantasia mischiata a eventi storici) ma anche di "Brazil" (la chiusa, scopertamente fantasy da sembrare una versione dark, tolkieniana di "Viaggio sulla Luna"). Violentissimo (il pestaggio al Luna Park ma ancor più la vendetta sotto al tendone va giù pesante) curatissimo nei dettagli (si notino le acconciature della Bang nel corso della storia, e su tutto la messinscena dell'improbabile musical su "Kojak") difficilmente inquadrabile in un genere a sé, è fondamentalmente un dramma pur nelle sue esplosioni splatter, horror e nelle digressioni grottesche (l'uomo-bestia non può sfuggire al suo destino) oltreché una straripante, adrenalinica, violentissima allegoria sulla follia della guerra (insensata, abbruttente, condotta da "pagliacci" per un presunto "ideale"). Semplicemente nati per la parte: Carlos Areces (prima goffo, poi terrificante war-machine) Antonio de la Torre (La Bestia) e Carolina Bang (la Bella, l'oggetto del contendere). Piacque a Tarantino, ma la giuria gli preferì l'inutile film della Coppola. [FB]

 

[BALADA TRISTE DE TROMPETA] di A. DE LA IGLESIA, CON C. ARECES, DRAMMA, SPAGNA, 2010, 101', 2.35:1