F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 1 0        2 0 1 1        2 0 1 2        2 0 1 3        2 0 1 4       2 0 1 5        2 0 1 6        2 0 1 7        2 0 1 8        2 0 1 9        >

 

●●● ½

HEREDITARY
APOSTOLO
L'AVVERTIMENTO
MALEVOLENT
THE OPEN HOUSE
QUELLO CHE SO DI LEI
UNSANE
L'UOMO SUL TRENO

LA DONNA PIù ASSASSINATA
FAMILY BLOOD

LA VEDOVA WINCHESTER
DISTORTED
A QUIET PLACE

CARGO
INSIDIOUS L'ULTIMA CHIAVE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"tratta di diversità e lo fa ricorrendo ad allegorie e... alla mitologia norrena"

 

 

Arruolata in dogana, una tizia deforme incappa con capacità davvero inusuali in una figura a lei famigliare... "Border Creature di Confine" tratta di diversità e lo fa ricorrendo ad allegorie che si rifanno alla... lo dico? Mitologia norrena. Il film svedese trasporta il fantastico nell'odierno presente. Il titolo scelto dai distributori può essere oggi inopportuno, prestando il fianco ai "buonisti della domenica" pronti ad arditi confronti con gli attuali spostamenti di masse, come ci fosse un'attinenza. Sì, perché nel film di Ali Abbasi si parla, proprio all'opposto rispetto ai biclici esodi: delle minoranze etniche, prese queste alla lettera. Autoctoni che però si sentono "stranieri", avulsi, tanto la protagonista farà cenno ad un certo punto del suo vissuto difficile, fatto nemmeno di sopraffazioni quando più di crudele scherno, come lo sarebbe quello rivolto ai portatori di handicap. La prima parte è oggettivamente la migliore, con l'incontro inaspettato e il "riconoscimento" (e seguente attrazione, anche e soprattutto fisica, sessuale) della protagonista, integrata perfettamente (col senno di poi si dirà: faticosamente integrata) in una società che non le apparterrebbe, e "lo straniero": il viandante ("ci spostiamo continuamente" avrà a dirle nel momento dell'apertura reciproca e delle rivelazioni) ancora dedito all'istinto di specie (i vermi, il bagno purifatore) e con una gran voglia di rivalsa vendicativa verso quelli che considera "i nemici". Il messaggio razzistico, a differenza di quanto ci avrebbero visto i soliti faciloni della critica, va letto proprio al contrario: è l'emento esterno che non vuole integrarsi, e anzi coltiva velleità rivoluzionarie. Seguiamo così due straordinari attori celati sotto centimetri di silicone, ancorché mostruosi ma liberi di esternare sentimenti universali. L'impianto fantastico è ibridato con una sottotrama thriller e se l'ultima parte appare troppo confusa, tale da rendere alcuni comportamenti incompresibili. [FB]

 

[GRANS] DI A. ABBASI, CON E. MELANDER, E. MILONOFF, HORROR, SVEZIA, 2018, 105', 2.35:1