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T R A I L E R

   
 

"l'empatia per il protagonista lo distanzia dal neo-neoralismo al quale vorrebbe ambire"

 

 

Un pescivendolo che per arrotondare si traveste da drag-queen per esibirsi in feste e matrimoni. Qui incrocia uno dei cerebrolesi miracolati dal Grande Fratello televisivo. Chiamato alla selezione a Roma, si convince di averlo superato e di essere uno dei prossimi ospiti della casa, a tal punto da iniziare a pensare che gli autori del programma, non dichiarati, lo stiano osservando per appurare la veridicità dei suoi racconti ai provini... Dopo  GOMORRA  il talentuoso Matteo Garrone resta (per inedia?) a Napoli e firma con "Reality" quello che poteva essere un ritorno al neorealismo. Come per il film precedente, confortato da un ottimo successo di pubblico e critica, cosa che non succedeva dai tempi del capolavoro di Marco Tullio Giordana, l'autore fa largo uso di persone prese "per la strada", affiancando a queste attori del teatro partenopeo di rango. Se da un lato il ritorno al passato può dirsi un lodevole tentativo di riabbracciare quel neorealismo che rivelò negli anni '40 il cinema italiano nel mondo, d'altro canto non si può non rilevare quanto esile sia il plot alla base di questo epigono. Un plot che non è riuscito a conquistare chi scrive, complice la demenza del protagonista con il quale è totalmente impossibile qualunque forma di immedesimazione. Ed è questo il peggior difetto che grava su un lavoro altrimenti ben diretto (stupenda la panoramica iniziale, tanto da lasciare lo spettatore senza fiato e subito ben disposto) onesto intellettualmente (Garrone non pare prendere posizioni su questo o quello) ma dal messaggio chiaro: la televisione ti possiede. Difetto, quello che ci vede impossibilitati a parteggiare per il protagonista, differenza che lo distanzia proprio dal neo-neorealismo al quale vorrebbe ambire. Detto ciò la vicenda si fa comunque seguire senza difficoltà, venendoci incontro i sottotitoli (in un film italiano suona quasi ridicolo) quando l'idioma napoletano diventa di impossibile comprendonio. [FB]

 

di M. GARRONE, con ?, DRAMMATICO, ITALIA, 2012, 110', 2.35:1