F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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BALLATA DELL'ODIO E..
THE SOCIAL NETWORK
IL GRINTA
WINTER'S BONE
FROZEN
L'UOMO NELL'OMBRA
THE KILLER INSIDE ME
LA VIA DEL RITORNO
PEACOCK
HEREAFTER
BIUTIFUL
127 HOURS
RABBIT HOLE
ROOM IN ROME
SOMEWHERE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"si carica di ritmo avvincente, incornicia battute e rilancia illuminanti verità"

 

 

Un ragazzetto che parla a mitraglia appena mollato dalla morosetta hakera l'archivio le foto del college per un giochino e in una nottata manda in crash i server di tutta Harvard. Dopo il cazziatone riceve un'offerta di collaborazione da parte di tre yuppie per la creazione di un nuovo sito di aggregazione. L'11 gennaio 2004, dopo appena 39 giorni registrerà a nome suo Facebook e i tre lo quereleranno accusandolo di aver rubato loro l'idea. Stessa cosa farà il migliore amico e socio nell'operazione. Controvoglia, dovrà confrontarcisi... "The Social Network" di David Fincher è il film sulla nascita di Facebook, sul "sito degli amici" e sulla vicenda che ha comportato la fine di una grande amicizia (col co-fondatore Eduardo Saverin). Il modello di riferimento è quello scelto da Milos Formann in "Amadeus". Stessa dualità contrapposta (da una parte Mark Zuckerberg e dall'altra i gemelli Winklevoss in primis nel ruolo che fu di Salieri) poi l'arroganza unita al genio e sregolatezza ("ma non è uno stronzo, cerca solo ostinatamente di esserlo") e ancora gli scambi con altre figure (Bill Cates, il primo strepitoso scambio col Sean Parker di Napster). Dall'idea di partenza ("non sono venuti a migliaia su internet per vedere foto di ragazze, sono venuti per vedere foto di ragazze che conoscevano: la gente vuole curiosare sugli amici; facciamo un sito che dia modo di cercare qualcuna che hai conosciuto a una festa...") la pellicola di Fincher che alle prime battute potrebbe peccare di verbosità non rinuncia al virtuosismo e si carica di ritmo avvincente, incornicia battute e situazioni che occhieggiano al "Fight Club" (fulminante la parabola di "Victoria Secret" e delle grandi opere d'ingegno degli uomini nate a causa delle donne) e rilancia illuminanti verità (la pubblicità che uccide le grandi idee... myspace, nevvero?). Peccato solo che l'iconoclasta Fincher non approfondisca identità e finalità dei mecenati. Tyler Durden li farebbe saltare con la nitroglicerina... [FB]

 

[ID] di D. FINCHER, CON J. EISENBERG, A. GARFIELD, J. TIMBERLAKE, BIOGRAFICO, USA, 2010, 116', 2.35:1