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AMARCORD
LA STANGATA
ROBIN HOOD
VOGLIAMO I COLONNELLI
IL DORMIGLIONE
L'ESORCISTA

LISA E IL DIAVOLO
I CORPI PRESENTANO...
PERCHé QUELLE STRANE...
LA MORTE HA SORRISO...
SUSSURRI E GRIDA
LA GRANDE ABBUFFATA
LE DUE SORELLE
SERPICO
PAPILLON

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

In gita a Toledo, dopo aver visitato un antico mosaico raffigurante il "Diavolo che trasporta i morti", Lisa entra da in un negozio di antiquario ed è spaventata dalla somiglianza di un cliente con un manichino. Persasi, fugge ad un uomo che ne ricorda le fattezze e chiede un passaggio a una coppia con autista. Finisce in una strana villa con un'anziana padrona di casa cieca, il giovane figlio e l'uomo dell'antiquario in veste di maggiordomo. Al piano di sopra un misterioso ospite, arrivato poco prima e che non viene loro presentato... Dopo Christopher Lee e Boris Karloff, questa volta Mario Bava arruola Telly Savalas e quello che diventerà il suo immancabile chupa-chupa per una delle sue opere più innovative e riuscite. Bava gioca a carte scoperte sin dai titoli: il mistero che avvolge la vicenda vedrà un gruppo di persone catapultato in un non-luogo (pre-Lynch) dove le leggi del tempo sono soppresse; se vediamo infatti Lisa oltrepassare l'arabesco nell'antico centro storico della Castiglia, come in un film di Miyazaki: oltrepassata la soglia, tornare indietro sarà molto difficile. Da quel punto in avanti, i personaggi, ridotti a meri burattini, non rispondono più alla loro volontà, manovrati da un'altra, superiore. Splendida, la sequenza onirica del carrillon che accende i ricordi della protagonista riconoscendosi tra le figure in legno della macabra totentanz. Non mancano i vezzi cari al cineasta quali l'inquadratura alla finestra e la stessa scena con Alida Valli nel pre-finale ricorda molto l'analoga de  I TRE VOLTI DELLA PAURA  Se aggiungiamo un manco tanto velato riferimento alla necrofilia, riscontriamo la consueta ironia nella scena del corpo infilato a forza nella bara e nell'investimento reiterato. La pecca maggiore di un film che pare più un quadro surrealista sta nel montaggio, mai tanto rozzo e tagliato con l'accetta. Nello score: un ampio brano del "Concierto de Aranjuez" rielaborato per l'occasione. [FB]

 

DI M. BAVA, CON E. SOMMERm, S. KOSCINA, T. SAVALAS E A. VALLI, HORROR, ITA, 1973, 93', 1.85:1