F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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●● ½         LPSB

AMARCORD
LA STANGATA
ROBIN HOOD
VOGLIAMO I COLONNELLI
IL DORMIGLIONE
L'ESORCISTA

LISA E IL DIAVOLO
I CORPI PRESENTANO...
PERCHé QUELLE STRANE...
LA MORTE HA SORRISO...
SUSSURRI E GRIDA
LA GRANDE ABBUFFATA
LE DUE SORELLE
SERPICO
PAPILLON

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"più che discreto giallo costruito molto argentianamente"

 

 

Jane, un'americana giunta a Urbino per alcuni corsi, entra in contatto con l'ambiente universitario, e coinvolta -suo malgrado- in una catena di omicidi commessi da un uomo dal volto celato da un passamontagna che prima strangola le sue vittime con un foulard di seta rossa e poi inveisce sui corpi. Il gioco dei sospetti finisce con l'investire più persone innescando ricatti e ritorsioni. Ci spostiamo poi in un casale isolato in provincia, dove Jane con tre amiche si ritroverà a dover trascorrere la più lunga giornata della sua esistenza. In pochi minuti, si passa dal reportage fotografico di un'orgia ad una lezione d'arte universitaria sulla scarsa spiritualità negli affreschi del Perugino. Il giallo si costruisce molto argentianamente (e difatti, molti saranno i volti famigliari ai fan del regista romano che vedremo impressi anche su questa pellicola) sul vago ricordo di chi si sia visto indossare il famoso foulard, prima che questo fosse rinvenuto come reperto nel secondo omicidio (e nemmeno mancano le telefonate con voce contraffatta che invitano ad abbandonare l'indagine). Lo "scandaloso" titolo si riduce poi a qualche seno (le teenager amano prendere il sole integrale) e ad un'innocente scena lesbo, e la "violenza carnale" resta fuori campo. Il modus operandi dell'assassino ricalca a grandi linee le gesta del "mostro di Firenze" anche per lo scempio sui corpi delle donne che lascia intendere una vendetta derivante dal solito trauma infantile. Notevole l'atmosfera che il qui più che discreto Sergio Martino riesce a costruire nella sequenza notturna in mezzo alle betulle immerse nella nebbia, nonché la location teatro di tutta l'ultima parte e che imprime al film un carattere inatteso. Peccato che le scene "forti" risultino annacquate dal make-up rozzo. Divertente la trovata che mette a confronto la Kendall con un pennuto non certo dalle "piume di cristallo". Impagabile l'espressione da merluzzo di Luc Merenda. [FB]

 

DI S. MARTINO, CON S. KENDALL E L. MERENDA, THRILLER, ITALIA, 1973, 90', 1.85:1