F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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● ½            LPSB

AMARCORD
LA STANGATA
ROBIN HOOD
VOGLIAMO I COLONNELLI
IL DORMIGLIONE
L'ESORCISTA

LISA E IL DIAVOLO
I CORPI PRESENTANO...
PERCHé QUELLE STRANE...
LA MORTE HA SORRISO...
SUSSURRI E GRIDA
LA GRANDE ABBUFFATA
LE DUE SORELLE
SERPICO
PAPILLON

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"coloratissimo pastiche sconclusionato ma con un suo fascino camp"

 

 

Un'inglese è perseguitata da un tizio mascherato da Dottor Phibes che incendia statuette voodoo riportando in vita morte viventi. Lei ripara da un santone indiano di cui è seguace ma anche lì è tutt'altro che al sicuro... Ritorno per la seconda volta su "La Vendetta dei Morti Viventi" di Leon Klimovsky, autentico scult dell'infanzia. Dopo aver visionato la versione "cut" trattiamo ora quella integrale, con sangue e (castigatissimi) nudi. Considerato da Paul Naschy (al secolo Jacinto Molina) che qui vanta addirittura tre ruoli distinti, "uno dei capisaldi dell'horror iberico", è nella fattispecie una sorta di coloratissimo pastiche che mischia guru hare krishna, morte viventi destate da rituali voodoo, trip onirici con messe nere, pipponi interminabili a Scotland Yard, dialoghi pazzeschi ("non ce la faccio più! è una maledizione inesorabile!") recitazione approssimativa (Rommy terribile! Mirta Miller di arredo) situazioni assurde (l'amico della protagonista -personaggio che più accessorio non si può- che flirta l'investita) sconclusionato, con scivolate nell'umorismo involontario, ma con un suo innegabile fascino camp. Parte dello stupidario: un corpo passato parte a parte che trascinato non lascia alcuna scia, uno "accoltellato" con una lattina di birra (e poi dicono che la birra non fa male) la decapitazione (vera!) di un pollo, le "zombesse" sorridenti che muovono al ralenti contando su un maquillage approssimativo (fondotinta agli occhi, cipria sulle gote... ma non sul collo). Spaventevole se visto da bambini, solo spaventoso se passato al vaglio di occhi più smaliziati. Nella versione director's la sequenza del guardiano dell'obitorio inquadrato insistentemente mentre sbatte le palpebre da morto è scomparsa. Percussioni latine rimandano alla macumba in uno score che va dal sinfonismo al free-jazz. Per il resto: un suicidio, accettate sul cranio, decapitazioni e l'afflosciamento delle zombesse all'uccisione del demiurgo. [FB]

 

[LA REBELION DE LAS MUERTAS] di L. KLIMOVSKY, CON P. NASCHY, ROMMY, HORROR, SPA, 1973, 74', 1.33:1