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DUNKIRK
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HAPPY END
LUCKY
MUDBOUND
THE POST
LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE

YOU WHERE REALLY HERE
THE KILLING OF A SACRED DEER

LA SCOPERTA
MONOLITH
LE NOSTRE ANIME DI NOTTE
I DON'T FEEL AT HOME...

FINO ALL'OSSO
L'INGANNO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"vertigini cinefile, ma alla fine quasi si caracolla in terra"

 

 

A Dunkirk, inglesi e francesi vengono spinti dai carri armati e truppe a terra lungo la costa, sulla spiaggia... Si attendono soccorsi, ma si dispone solo di piccole imbarcazioni civili e tre soli aerei a "coprirle" dal cielo... Christopher Nolan dipinge uno scenario infernale, dove i caccia tedeschi affondano navi di soccorso con feriti a bordo, e la trama del film può essere riassunta dal grido: "si salvi chi può", ma è un grido muto e a parlare ci pensano le immagini. Ci sono i due ragazzi fuggiaschi, di differente nazionalità, i piloti dei caccia (spettacolari le scene aeree) un Cylian Murphy in fuga "caricato" a bordo della piccola imbarcazione e controvoglia ricondotto proprio donde arrivava e un alto ufficiale sul lungo pontile dove sono assiepati in 400mila. Allo scoccare della prima ora, tale è lo straniamento provocato da immagini traslucide e orchestra di synth a palla che quasi si caracolla in terra. La guerra è una gran porcata, la peggiore, con le sue spietate regole e priorità ("perché non arrivano altre navi, o aerei?" "li tengono da parte per la prossima battaglia, quella per l'Inghilterra!" dice il personaggio di Kenneth Branagh) e la scena dell'arrivo delle imbarcazioni civili inglesi sul lirico "Ninrod" di Elgar è come una catarsi trattenuta, volutamente uno spicchio di sereno in un cielo fosco. Restano impresse le scene del mare infuocato dal gasolio e dell'aereo rimasto senza combustibile che sorvola, silenzioso come un'aquila, la spiaggia (il cui pilota scopriremo essere Tom Hardy) ma ancora una volta Nolan dimostra in prima persona di essersi illuso di impersonare un Genio del cinema, dimostrandosi sempre e solo un buon regista che per questioni "di cuore" NON DEVE affrontare certi generi. La "vertigine" ricercata attraverso il diluvio di immagini, il crescendo musicale, il pathos a 1000 giri, finisce con l'ubriacare lo spettatore, portandolo, per assurdo, proprio dalla parte opposta: l'assuefazione che conduce alla noia. [FB]

 

[ID] di C. NOLAN, con H. STYLES, T. HARDY, C. MURPHY, K. BRANAGH, GUERRA, USA, 2017, 108', 2.35:1