F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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GLI ARISTOGATTI
VENGA A PRENDERE UN CAFFé
M.A.S.H.
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
L'UCCELLO DALLE PIUME...
INDAGINE SU UN CITTADINO...

I DIAVOLI
IL CONFORMISTA
PICCOLO GRANDE UOMO
UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
SOLDATO BLU
IL GIARDINO DEI FINZI...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"da un romanzo già fonte di ispirazione per Hitchcock, un bel film sul tema del doppio"

 

 

Un rampante londinese, colto da un apparente raptus suicida, si fionda come un missile sulla tangenziale e si schianta. In mano ai chirurghi in ospedale i macchinari registrano un inspiegabile "sdoppiamento" del battito cardiaco un secondo dopo l'averne registrato la morte clinica. Un errore del macchinario? La vita riprende, ma capisce presto che qualcosa non quadra quando realizza che c'è in giro un altro sé stesso... L'ultima volta che avevo visto Roger Moore, era stato dal terrazzo di casa mia: usciva dal ristorante di fronte, invecchiato, ma sempre riconoscibile. Gli davano spesso del "legnoso" come "007" (pure evocato con tono ironico in un passaggio dialogico) ma è obbiettivamente adeguato nel film in oggetto. "L'Uomo che uccise sé stesso" è bel film di Basil Dearden, quello de  LA DONNA DI PAGLIA  su una storia che già fu fonte di ispirazione per quell'episodio dell'Alfred Hitchcock Presenta  IL CASO DEL SIGNOR PELHALM  Diciamo subito che il "sunto" del Maestro era più ficcante, ma è anche vero che qui troviamo (l'incredibile) spiegazione dello "sdoppiamento" (nell'apparizione del 'doppelganger', se preferite). Se qualche situazione anticipa Palahniuk, in coda ci si porterà quasi su latitudini lynchiane con clamorose anticipazioni kinghiane (penso a  STRADE PERDUTE  e  LA METà oSCURA  chiaramente). Il momento topico del non riconoscimento dei suoi cari regala brividi sulla schiena. Se in  TRE PASSI NEL DELIRIO  e nel frammento di Roger Vadim si può collocare il seme primigenio del tema del "doppio" nel cinema fantastico-horrorifico (ripreso e citato poi da Mario Bava nella rincorsa di Rossi Stuart in  OPERAZIONE PAURA  il lavoro di Dearden si colloca come completamento essenziale prima degli epigoni illustri che andranno a venire. [EVIDENZIA LO SPOILER] "L'uccisione" del titolo sarà "digerita" (assimilata) con relativa semplicità dal doppelganger. Da far venire i capelli bianchi! [FB]

 

[THE MAN WHO HAUNTED HIMSELF] di B. DEARDEN, CON R. MOORE, H. NEIL, HORROR, UK, 1970, 84', 1.85:1