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"filmettino frizzantino, e primo successo di Adriano al cinema"

 

 

Gli estremi si incrociano e si scontrano: lei è una borseggiatrice, lui è l'industrialedei vetri blindati che hanno cagionato l'arresto del nonno della prima. Sarà amore a prima vista, ma sarà dura confessare la verità... "Mani di Velluto" è stato il primo vero successo al cinema per Adriano Celentano. E il film è effettivamente frizzantino, nonostante la regia dei soliti Castellano e Pipolo, non certo dei draghi, ma che qui pur facendo il minimo sindacabile non appesantiscono particolarmente la narrazione. La storia è esilina, ma la verve del protagonista, in gran forma (anche fisica, come dimostrerà nella grottesca maratona vinta contro Santercole) e anche con la Giorgi, pure lei in gran spolvero (anche nuda in mezzo alla schiuma) l'alchimia si dimostra fruttuosa. All'inizio, sui titoli, riconosco subito la via Aurelia, proprio sul viale di Ospedaletti, ed è probabile che il Molleggiato abbia inteso così riconoscere al Comune ligure un ringraziamento per l'avvenuta acquisizione della "Madonna della Ruota"; proprietà che detiene tutt'oggi e che lo ospita ogni agosto. Dopo questa parentesi, unica in tutti i 90', ci si sposta a Milano dove il protagonista, un miliardario arricchitosi con la progettazione di vetri blidanti impenetrabili grazie ad un additivo segreto che scopriamo essere uno scaracchio (!) Inevitabilmente il Destino fa sì che questi si innamori proprio di una ladra, la Giorgi appunto. Per il resto non c'è molto da dire: si sorride, specie nella prima parte davvero pimpante, nell'interazione tra Adriano e vari comprimari, fra cui la famiglia di lei (il nonno, il padre falsario, ecc) la Karlatos e l'immacabile Santanastaso. Di qui in poi iniziò il successo celentanesco, campione d'incassi della commedia per i prossimi 5 anni, prima di una discesa che l'avrebbe condotto attraverso la dèbacle del pretenzioso "Joan Lui" sino al maggior flop della storia recente di "Jackpot": la pietra tombale sulla sua carriera cinematografica. [FB]

 

di CASTELLANO E PIPOLO, CON A. CELENTANO, E. GIORGI, G. SANTERCOLE, COMM, ITALIA, 1979, 97', 1.85:1