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MANHATTAN COMIC THRILLER DRAMA |
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"Bello, ma Siegel gira talmente 'asciutto' che mette sete" |
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Dotato di un Q.I. superiore alla media, un
detenuto tradotto nel carcere di massima sicurezza di Alcatraz conosce
un'umanità varia e lega con dei poveri diavoli. Quando giungono lì anche due
altri compari di evasioni, decide anche questa volta di "fare la bella".
Dovrà però vedersi dal direttore che l'ha preso in ghigna, da qualche
secondino stronzo e soprattutto da un bestione con il quale aveva fatto
subito a botte... "Fuga da Alcatraz", classicissimo
tra i cosiddetti "prison movie" (non che sia un vero e proprio genere, ma si
può tranquillamente parlare di sottofilone: tra l'action e il dramma) è il
negativo del film di Alan Parker che l'aveva preceduto di qualche anno. Senza essere eccessivo,
il film di Don Sieger, mette in scena il solito Eastwood del periodo
post-callaghianno (diciamocelo: un fascistone reazionario francamente un
pochetto fuori di testa, che solo il contesto riesce a rendertelo
simpatico). E' ancora un eroe nonostante sia un ergastolano, datosi che il
direttore del carcere è la solita carogna, pur senza gli eccessi anche qui
di un "Sorvegliato Speciale", dove Stallone si trovava faccia a faccia con
un Sutherland-boia. In perfetto Eastwood-style, anche qui il protagonista è fortunatissimo
(al contrario del personaggio di "Puzo": talmente sfigato che pure
viene sfruttato intelligentemente mandandolo opportunamente "avanti" in
parecchio occasioni, sfangandola con i controlli a sorpresa delle guardie
più sospettose). La messinscena asciutta di Siegel mette quasi sete e il
film risulta fin troppo lineare.
Oltre alla fortissima scena del pittore [EVIDENZIA
LO SPOILER] che in laboratorio si taglia di
netto le dita della mano destra, resta poco altro nella memoria dello
spettatore. |
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[ID] di D. SIEGEL, CON C. EASTWOOD E P. MCGOOHAN, DRAMMATICO, USA, 1979, 112', 1.85:1 |