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"si vuole toccare il tasto del non-sense, ma il risultato è desolante"

 

 

Nipote del più celebre Jekyll, ordisce piani per sottomettere le 'classi inferiori' per conto dell'élite tecnocratica, prevedendo il coinvolgimento indotto della Regina d'Inghilterra. Il piano fallisce allorché il primo si sottopone suo malgrado al noto "trattamento" in forma di fumosa pozione, sperando di incrementare il suo grado di cattiveria e spregiudicatezza. Infatti, questi verrà trasformato in un 'buono' creando scompisglio trai i suoi... Chissà cosa girava nella testa di StefanoVanzina, in arte Steno, e Paolo Villaggio quando partorirono l'idea alla base di "Dottor Jeckill e Gentile Signora". Una parodia del celebre romanzo di Stevenson? Una allegoria della lotta di classe, divisa tra una classe dirigente manifestamente "cattiva", il cui volto è riconducibile al malvagio "stranamore" irsuto, e una rivoluzione "buona", interpretata questa da "riccioloni effemminati" (testuale)? Ad ogni modo, duole dirlo, gli autori non solo non c'entrano, ma nemmeno si avvicinano a cogliere né l'uno né l'altro obbiettivo. Solo i primi minuti di film fanno sperare "qualcosa di diverso" (vedi i contemporanei Monty Phyton) che però naufraga nella farsa fine a sé stessa in poco tempo. Nemmeno la presenza di una Edvige Fenech molto perversa e in un ruolo ambiguo di "dark lady" riesce poi a tradursi in qualcosa di stuzzicante, dato che poi concede nulla più che un seno in favore di mdp. Delusione sotto ogni aspetto. Dalla prima e unica volta in cui lo vidi, ricordavo comunque ancora la delirante canzoncina, riproposta a più riprese durante la storia, e l'ambientazione londinese atipica, ma se pensiamo agli ispiratori occulti degli sceneggiatori, forse, nemmeno troppo. La comicità infantile di Vilaggio, slegata da quel Salce che aveva saputo valorizzarla in chiave politica, si rivela avulsa dal non-sense british. Meglio si sarebbe dovuto puntare su un Pozzetto, lui sì più in linea con il gruppo di Terry Gillian. Finale incomprensibile. [FB]

 

di STENO, CON P. VILLAGGIO, E. FENECH, G. TEDESCHI, GROTTESCO, ITALIA, 1979, ??', 1.85:1