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T R A I L E R

   
     

 

La giovane Billy lavora come truccatrice nel film che il cognato sta girando in lercissimi ed economicissimi studios moscoviti... Per una tragica fatalità resta chiusa per sbaglio nella fatiscente struttura e assiste ad uno snuff in presa diretta. Ah, un piccolo dettaglio: Billy è muta...  La tensione, i ripetuti colpi di scena, la classe di molte inquadrature di questo piccolo film inglese, richiamano alla memoria il migliore Argento (quello che è scomparso vent'anni fa, per intenderci) evocato più o meno apertamente almeno in due frangenti (il dettaglio riaffiorato alla memoria, l'apparizione onirica dal lucernario del bagno) e la digressione alla "Maratoneta" (altro film dove il gioco dei sospetti coinvolge quasi tutti i comprimari) uniti alla bravura della protagonista (una carinissima e credibile Marina Sudina, generosa nel mostrarsi e alla quale è impossibile non affezionarsi, parteggiando per lei sin dalla prima apparizione) sono tutte qualità degne di lodi. Il regista di questo film del '95 frulla abilmente i generi (thriller, commedia, azione, spionaggio) facendo pure meglio di Eli Roth nel suo "Hostel", anticipandone i cliché: l'ambiente malsano degli omicidi per i quali la gente paga, l'organizzazione criminale con diramazioni ramificate ovunque, la fuga disperata da una situazione apparentemente senza speranza. Uno spettacolo ben congegnato che per 90 minuti non ti permette di abbassare la guardia, contando su due scene VERAMENTE da antologia: il gioco del gatto col topo nel dedalo di corridoi e scale e l'assedio nella stanza d'albergo. Anche se l'adattamento italiano falsa il titolo originale che tradotto letteralmente sarebbe stato un poco musicale "Testimone Muto", "gli occhi del testimone" sarebbero comunque non solo quelli di chi sta per essere ucciso (l'omicidio: altro pezzo di bravura), ma anche gli sguardi disperati che non mentono. [FB]

 

[ID] di N. PARK E R. GOLESZOWSKI, ANIMAZIONE, GRAN BRETAGNA, 1994, 78', 1.85:1, VOTO: 8