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PULP FICTION
MISTER HULA HOOP
WALLACE & GROMIT

THE MASK
IL MOSTRO
CREATURE DEL CIELO

UNA PURA FORMALITà

NATURAL BORN KILLERS
IL SEME DELLA FOLLIA
NIGHTMARE NUOVO INCUBO
ED WOOD
LE ALI DELLA LIBERTà
LAMERICA
FILM ROSSO

FILM BIANCO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un film comico che non fa ridere, e che cavalca l'attualità del tempo"

 

 

Il solito idiota si vede sospettato di una serie di efferati omicidi a sfondo sessuale: è forse lui il Mostro? Ricordo che quando uscì il lancio fu: "Benigni gira un film sul Mostro di Firenze!". Mai stronzata più grande, ma si era all'inizio degli anni '90, quando le gesta dell'imprendibile serial killer nostrano si riverberavano dai giornali alla televisione nel grottesco processo ai "compagni di merende". "Per lui tutto fa brodo: quando scatta il raptus erotico, niente lo frena!". Presenza massiccia di caratteristi francesi che recitano al solito accentuando la mimica facciale e del corpo... Il poveraccio che si impone di imparare il cinese (ahaha) è potenzialmente spassosa, ma alla lunga risulta pesante come gran parte delle trovate comiche che iniziano a farsi di grana troppo grossa. Benigni, ormai dimentico della lezione imparata dal maestro Jarmusch: esagera, sbraita come un ossesso, appare fuori controllo. Inutile dire che il cinema veniva giù dalle risate alla prima in quel del '94 (la mia compagna dell'epoca che ricordo piuttosto stupidotta, si sganasciava dalle risa) sintomo di un'Italia che di lì a poco avrebbe premiato i terrificanti cinepanettoni che contribuirono all'imbarbarimento culturale del paese. Insomma, "Il Mostro" è un film comico che fa poco ridere. Una cosa Benigni e Cerami almeno la azzeccano: il carattere morboso e potenzialmente deviato degli investigatori (che si faceva evidentemente sberleffo all'intelligence fiorentina che intanto attribuiva uno pseudo "Quernica" a un bifolco) ovviamente passato inosservato agli occhi della cosiddetta critica di casa nostra, al contrario dell'epocale "vaffanculo alla maggioranza" (al tempo berlusconiana, ma poco conta). La Braschi, francamente accettabile in reggicalze e mutande rosse, è inguardabile in versione "ggiovane". Si salvano anche le splendide musiche di Evan Lurie, i cartoonistici titoli di testa, e in corner: la gag al supermarket e l'omaggio a "Il Monello". [FB]

 

[ID] di R. BENIGNI, CON R. BENIGNI E N. BRASCHI, COMMEDIA, ITALIA, 1994, 110', 1.85:1