F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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FRONTIERES
JUNO

REEKER
FEED
BRAVEHEART
STIGMATE
TRAINSPOTTING
LA TERRA
SOLARIS
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COCENTI DELUSIONI

T R A I L E R

   
     

 

C'è un prete che gira il mondo per smascherare i barbatrucchi delle madonne che piangono. Altrove, una sciampista frustrata riceve prima il flagello delle stigmate, poi i segni della corona di spine. In discoteca. Madonne che piangono. Qualcuno cantava: "ci crederò solo quando le vedrò ridere". E chi era con me, durante la visione della pellicola, le madonne le ha sentite: le mie. "Stigmate" è una cavolata immane dall'inizio alla fine, uno di quei film che portano stampato il marchio dell'infamia sin dal primo fotogramma. Iniziamo. La "stigmatite" che la povera crista contrae a più riprese durante la vicenda è sottolineata sobriamente da un bombardamento videoclipparo degno di video dei Subsonica (cadenzato da bazookate di subwoofer) con flashate bianche la trasfigurano nella Madonna (la cantante) del video "Like a Prayer". La Arquette sembra chiedersi in ogni inquadratura perché abbia accettare la parte, Gabriel Byrne lo mima con le sopracciglia in uno scatto di dignità. Quando la prima monta su il vocione d'ordinanza con le lenti a contatto bianche ("si narra che pure Padre Pio era soggetto ad attacchi demoniaci a causa delle stigmate che lo portavano ad un passo dalla santità e così tanto più esposto alle tentazioni del maligno", ndr) volando a mezz'aria dopo aver preso il pretucolo ad armadiate in testa, sappiamo che è davvero la fine. Fastidiosissimi poi gli echi new age con candide colombe e odore di gelsomino in fiore in una cornice patinata. Sullo sfondo: un Vaticano descritto come una cricca di gerarchi (qui, almeno ci siamo) e di "uomini in nero" pronti ad uccidere pur di celare al mondo la "Verità". La coerenza di "Stigmate" è che parte come una schifezza e termina che è una schifezza. Un film che non spaventa, non picchia duro (una piccata Arquette -rivolta al don- sibila: "lei è insensibile, dal tronco in giù!") che non suscita il minimo interesse, che non sconvolge (la "Rivelazione" evoca la pernacchia). [FB]

 

[ID] di R. WAINWRIGHT, con P. ARQUETTE, G. BYRNE E J. PRICE, HORROR, USA, 1999, 102', 2.35:1, VOTO: 2