F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 0 0        2 0 0 1        2 0 0 2        2 0 0 3        2 0 0 4       2 0 0 5        2 0 0 6        2 0 0 7        2 0 0 8        2 0 0 9        >

 

 

*



FRONTIERES
JUNO

REEKER
FEED
BRAVEHEART
STIGMATE
TRAINSPOTTING
LA TERRA
SOLARIS
<
*

COCENTI DELUSIONI

T R A I L E R

   
     

 

Un astronauta raggiunge una stazione orbitante attorno a Solaris, un pianeta di energia pura. Lo vedremo poi fare un sacco di altre cose, come camminare per la plancia della nave e camminare e camminare... Insomma: uno smaronamento bestiale. Soderbergh parte da Tarkovsky e ne fa un adattamento "moderno". Se la stazione orbita attorno a Solaris (il pianeta), Solaris (il film) orbita intorno alle terga di George Clooney. La simpatica canaglia, qui ridotta allo stato catatonico da una sceneggiatura avara di dialoghi, mostra per la prima volta ciò che il pubblico femminile ha sempre bramato; ma contente loro, scontenti tutti: il film procede infatti come un lumacone concedendosi pochi altri lussi. E' chiaro che il regista abbia voluto fare qui il "suo" 2001, ed è questo che rende -per quanto possibile- ancora più irritante l'operazione. Se infatti per il sommo Kubrick parlavano le immagini e la commistione con le musiche azzeccatissime creava una sinergia tale da elevare l'opera filmica a pura astrazione, poco importava se erano i silenzi e i ritmi dilatati a farla da padrone. In Solaris di Soderbergh la musica è invece "originale" (pessima scelta) e non è per nulla memorabile: minimalista e fastidiosa, e le immagini sono quelle che puoi aspettarti da un onesto mestierante sopravvalutato che deve tutto al suo film d'esordio. In Solaris, i "fantasmi" che si aggirano attorno a Clooney danno vita ad un estenuante teatrino privo di spessore (Natascha McElhone si limita a sbattere le palpebre facendo flap-flap con le sopracciglia). Un po' come guardare dentro quelle boccette di vetro con la "neve" che fluttua attorno all'immagine, dopo averla capovolta: alla lunga, diventa stucchevole. E Solaris è così. Pure il "colpo di scena" ti fa dire: embè?! Da vedere riposatissimi almeno da giungere al dormiveglia da metà spettacolo in avanti, altrimenti si rischia la fase REM dopo qualche minuto. [FB]

 

[ID] di S. SODERBERGH, con G. CLOONEY E N. MCEHONE, FANTASCIENZA, USA, 2005, 98', 2.35:1, VOTO: 3