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T R A I L E R

   
 

"davvero era necessario nell'87 un altro film sul Vietnam? Sì."

 

 

"Ripuliti" di ogni umanità da un severissimo sergente, un corpo di marines finisce in Vietnam. L'Inferno... Davvero era necessario un ennesimo film sul Vietnam, dopo due pezzi da novanta come i film di Cimino e Coppola? Se a firmarlo è il leggendario Stanley Kubrick la risposta è affermativa. Evidentemente l'antimilitarismo e la mostruosità delle guerre dovevano stare molto a cuore del cineasta: alla faccia di quei dementi che fanno loro quel che si son sentiti dire da vecchi cerebrolesi, "il servizio militare" NON "fa bene"; inculca il peggio in giovani dalla psicologia ancora non adeguatamente formata: insegna la vendetta (la scena nelle camerata) reprime la rabbia, induce all'obbedienza cieca, e quel che è peggio porta a famigliarizzare con le armi. L'individualità è subito privata della rispettiva identità (programmatica la sequenza nei titoli di testa). Il protagonista, "reporter" tutto contraddizioni con il mito per John Wayne, dapprima nelle retrovie, imparerà dalla propaganda anche la menzogna. Un inno al pacifismo quindi, ma anche all'Individuo, confezionato in un film glaciale, almeno nella prima metà, ma che sempre ti costringe alla visione, per quanto sgradevole essa sia. La tragedia di "Palla di lardo" (Vincent d'Onofrio) che dopo innumerevoli umiliazioni, perde completamente la testa, è in realtà il trionfo del suo addestratore, riuscito -suo malgrado- a fare di un mollaccione, più probabilmente un minorato (dall'ostinata insubordinazione) uno spietato assassino: un trionfo che coglierà a sue spese. "FMJ" vive di due metà, di cui la seconda si svolge sul campo di battaglia: ritratto dal grande cineasta come un vero inferno (eccezionale la sequenza del cecchino). L'unico (logico) neo, oltre al doppiaggio oltraggioso, è la mancanza di un personaggi nei quali identificarsi. Il titolo si riferisce alle "blindatissime cartucce" del fucile in dotazione. [FB]

 

[ID] di S. KUBRICK, CON M. MODINE E V. D'ONOFRIO, GUERRA, GRAN BRETAGNA, 1987, 112', 1.33:1