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T R A I L E R

   
 

"per Stallone il dopo-Tyson è uno spettacolo gangsta-rap tra avanzi di galera"

 

 

Il figlio non riconosciuto da Apollo Creed, dopo la morte del padre, accolto in casa dall'ultima compagna di questi soffre l'essere cresciuto sotto un'ombra invisibile ma ingombrante. Ritrova un allenatore d'eccezione... Per Stallone, il dopo Tyson della boxe si è ridotto ad uno spettacolo gansta-rap tra avanzi di galera. Quella gran vecchia volpe resuscita il franchising pur non inventando praticamente nulla, anzi rinunciando giocoforza alle squillanti fanfare di Bill Conti che tanto davano alla saga del campione guantato si rivela al fine purtroppo moscetto. Se i personaggi protagonisti ci credono parecchio, e lo si vede, purtroppo mancano quelle emozioni che rendevano quasi tutti i capitoli precedenti a loro modo unici, e pure la storia che ricalca in larga parte in copia carbone il primo, indimenticabile, capitolo. Ma se la vicenda dell'Apollo campione del mondo che trovandosi a scegliere un avversario che servisse come "esempio" del suo gran cuore (la famosa "opportunità" di cui si è sempre fatto propaganda il "Grande Paese") cercava il "rilancio" nei confronti dell'attenzione mediatica, qui risulta assurdo che un detentore del titolo voglia "chiudere la carriera" (così viene detto, essendo questo in ogni caso il suo "ultimo incontro") con un pugile alle prime armi, seppur possessore di un cognome tanto ridondante. Fortuna che c'è la figura di  ROCKY  che contia a conservare parecchio spazio, che inizia la chemio e si divide tra le cure mediche e l'allenamento, riceve comunque il consenso dei fan della saga. Ma sentire lui, che ne ha sempre prese più che un sacco per allenamenti, vincendo sempre per sfinimento dell'avversario, diventare uno stratega fuori dalle corde del ring è abbastanza improbabile. Se lo spelacchiato ex "stallone italiano" riconosce che il ragazzo ha insegnato pure lui all'ex campione cosa vuole dire "combattere", che andrà verso una chiusa speculare al capostipite. [FB]

 

[ID] di R. COOGLER, con M. JORDAN, S. STALLONE, DRAMMATICO, USA, 2015, 132', 2.35:1