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"Zeder senza sottotesti mysterici"

 

 

Padre, madre, due bimbi e il gatto si trasferiscono da Chicago in una casetta sul ciglio di una superstrada dove sfrecciano bestioni a sei ruote. Oscuri presagi preludono all'investimento del quadrupede e alla sua sepoltura secondo le indicazioni del vicino di casa, un antico cimitero indiano. E naturalmente al suo ritorno... A chi non è capitato di dover dare sepoltura ad un animale? L'assunto dal quale Stephen King ha tratto il canovaccio per il romanzo fiume "Pet Sematary" (letteralmente "il cimitero dei cuccioli") si rifà a  ZEDER  del nostro Avati, sfruttandone l'idea ma depurandola dei sottotesti mysterici. Il regista abbandona a margine molte divagazioni efficaci della pagina scritta (il "Wendigo", comunque assai meno suggestivo rispetto alle intuizioni dei fratelli Avati e Costanzo in merito alle leggende legate alle necropoli etrusche calcate nottetempo da non precisate "presenze" anche più inquietanti). Qui abbiamo un certosino che getta grossi ratti nella vasca da bagno dei proprietari, ed è la credibilità che viene meno nel vedere un amorevole padre che è consapevole di aver ridato alla propria figlioletta un gatto resuscitato, anche piuttosto aggressivo...! Potrebbero sopravvivervi il breve flashback relativo alla sorella della moglie del medico ridotta ad una larva dalla meningite spinale e quello occorso al secondogenito: due momenti che un maggiore coraggio da parte del regista avrebbe reso ancor più efficaci, ma quando vediamo il protagonista sperimentare gli effetti "terapeutici" del cimitero indiano sui suoi cari (nell'ordine: figlio e moglie) assistiamo inesorabilmente alla fuga della logica dalla pellicola. Quello che per Gabriele Lavia era una comprensibile leggerezza qui diventa una pratica consolidata. A parte il ritmo blando, il film non sarebbe nemmeno malvagio ma il racconto che faceva l'ubriacone del film di Avati vale già da solo il doppio di questo epigono stellestrisce. [FB]

 

[PET SEMATARY] di M. LAMBERT, CON D. MIDKIFF, F. GWYNNE, D. CROSBY, HORROR, USA, 1989, 97', 1.85:1