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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"manifesto dell'estetismo viscontiano"

 

 

Il "benvenuto" dell'esimio professor Aschenbach, a Venezia da Monaco, per convalescenza, non nasce sotto il miglior auspicio. La bruttezza e decadenza della nobiltà tardo ottocentesca sono però cancellate a favore di un efebico ragazzino appartenente a una famiglia russa di stanza al lido, che cattura l'attenzione del malandato compositore. Prova ad andarsene ma non ci riesce, mentre un'odore acre si diffonde per le calli... Manifesto dell'estetismo viscontiano nel suo, accorato, lirico, malinconico canto del cigno: "Morte a Venezia", tratto da Thomas Mann è l'ultimo capolavoro del Maestro. "Tu vorresti dunque negare all'artista la capacità di creare dal proprio spirito la bellezza?" si domanda il prof. "La bellezza nasce così, a prescindere dalla nostra presunzione di artisti" lo apostrofa l'amico e mentore, in uno dei flashback che emerge dalle memorie sepolte. Dick Bogarde, immenso, lavora solo di sguardi, una regale Silvana Mangano è la madre dell'angelicato Tadzio (Bjorn Andreesen) emblema di purezza e a-sessuato come lo sarebbe un angelo ritratto nelle volte delle chiese cattoliche, Marisa Berenson "cooptata" di lì a poco da Kubrick per un film a suo modo affine che tuttavia quest'ulitmo bollò superbamente come "noioso". Al di la del facile sottotesto omosex, il Tadzio è per Aschenbach l'ispirazione primigenia: il lampo a ciel sereno, la luce oltre al tunnel che regala all'artista-uomo, novello Prometeo, la via diretta per il contatto col Divino, la Trasfigurazione. Ma in questo caso il contatto è sfuggevole, e la "relazione": impossibile. E come un'illusione, si scioglierà al sole nel trucco sudato di un commediante da avanspettacolo. Avvalorante questa tesi è la rappresentazione dei villici come autentici demòni, orribili, ridacchianti. Visconti e i suoi collaboratori creano tele di rara bellezza che guardano a Monet e agli impressionisti, sulle note rarefatte dell'Adagietto dalla "Quinta Sinfonia" di Mahler. Capolavoro. [FB]

 

di L. VISCONTI, CON D. BOGARDE, B. ANDREESEN, S. MANGANO, M. BERENSON, DRAM, ITA, 1971, 125', 2.35:1