F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 7 0        1 9 7 1        1 9 7 2        1 9 7 3        1 9 7 4      1 9 7 5        1 9 7 6        1 9 7 7        1 9 7 8        1 9 7 9        >

 

●●●●




GLI ARISTOGATTI
VENGA A PRENDERE UN CAFFé
M.A.S.H.
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
L'UCCELLO DALLE PIUME...
INDAGINE SU UN CITTADINO...

I DIAVOLI
IL CONFORMISTA
PICCOLO GRANDE UOMO
UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
SOLDATO BLU
IL GIARDINO DEI FINZI...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"con Soledad Miranda 'icona pop' Jess Franco eleva il suo figurativismo estremo ad opera d'arte"

 

 

Ad Istanbul, una donna assiste in uno strip-bar al provocante numero di una bellissima spogliarellista. Confiderà poi al suo analista come sia rimasta sorpresa nel riconoscere in lei la protagonista dei suoi sogni proibiti. Liquidata la questione come una comune insoddisfazione sessuale va in trasferta per lavoro su di un'isoletta dell'Anatolia dove se la gode l'ereditiera della dinastia dei Dracula. Indovinate un po' chi è... "Dracula" nella sua accezione d'origine non è mai stata una figura che mi abbia affascinato gran che. Per contro, le "vampire" che per le carriere dei registi spagnoli hanno sempre rappresentato una meta obbligata riescono a mio avviso a meglio esprimere il potenziale seducente insito nel "vampirismo". Ma forse è solo questione di punti di vista. Jess Franco, dopo aver dato la sua versione del romanzo originale di Stoker, raggiunge nello stesso anno ciò che aveva arrischiato in  PAROXISMUS  (del quale riprende l'ambientazione) e la nota propensione figurativa dell'autore riesce finalmente ad elevarsi ad opera d'arte. Diciamolo comunque chiaro: "Vampyros Lesbos" non avrebbe la stessa carica senza quella Soledad Miranda che nelle mani del regista diventa una vera icona pop. I feticisti di vecchia data o di nuovo conio di questa creatura ultraterrena non potranno non restare soggiogati da questa vampira moderna ed emancipata (anche sessualmente) che non rinuncia manco alla tintarella, e che darà il via ad un vero e proprio merchandising (lo stesso anno l'attrice se ne andrà un tremendo incidente che la consegnerà al mito). Si rivede Paul Muller, da poco entrato nel variegato circo dell'autore spagnolo che qui si ritaglierà anche più del solito cameo. Ipnotico, ammaliante, unico lavoro in cui riesca a contenere l'estro debordante in un prisma fantasmagorico. Colonna sonora epocale che di psichedelico per fortuna ha solo il sitar: calzante come un'autoreggente. [FB]

 

[ID] di J. FRANCO, CON S. MIRANDA, E. STROEMBERG, D. PRICE, P. MULLER, HORROR, SPA, 1970, 86', 1.85:1