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T R A I L E R

   
     

 

Uno scrittore di successo presenta in Italia il suo ultimo bestseller "Tenebre", ma uno psicopatico sembra averlo preso di mira e inizia ad uccidere giovani "peccatrici" con varie armi da taglio, infilandole in gola alcune pagine strappate al suo libro, da tempo in tutte le librerie. Nonostante la pubblicità gratuita, inizia ad indagare con l'agente e un ragazzetto. Un flashback dell'assassino rivela l'origine dell'odio verso le donne... Con "Tenebre", Dario Argento firma probabilmente la sua pellicola più estrema e sanguinaria,filmando una carneficina niente male: coltellate dai profondi fendenti, accettate in corpo e sul capo, sgozzamenti, amputazioni a vista. Vittima di quest'ultima, nientemeno che la futura signora (ora ex) Berlusconi. Ecco, questo è il principale motivo per rivedere questo thriller che segna l'inizio della caduta di un genio del thriller, che meriterebbe quasi un punto in più nella votazione. Sorvolando su alcuni buchi logici, la sceneggiatura regala un colpo di scena alla Agatha Christie: [EVIDENZIA LO SPOILER] l'assassino sfrutta a suo vantaggio la catena iniziale di omicidi ad opera di un altro psicopatico, costruendosi un alibi formidabile. La scena topica per eccellenza è quella della scure che si abbatte con inaudita ferocia su Veronica Lario, mutilandola orrendamente mentre il fiotto dal moncherino ritinteggia di un rosso carminio le livide pareti dell'appartamento (villa Macherio?) tracciando una pirotecnia di scie astratte. Penalizza il risultato finale una recitazione canina da parte di un po' tutto il cast, dal quale nemmeno il mestiere di Anthony Franciosa riesce a distaccarsi (la Nicolodi e Giuliano Gemma sembrano lasciati allo sbando e solo il doppiaggio decente li salva dal canile). L'Argento's touch si fa ancora sentire, complice la fotografia fredda e lattiginosa (proprio per evidenziare il sangue) e il finale è -a suo modo- efficace, chiudendo sul vocoder di Simonetti. [FB]

 

di D. ARGENTO, CON A. FRANCIOSA, D. NICOLODI E G. GEMMA, THRILLER, ITALIA, 1983, 110', 1.85:1, VOTO: 7