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"ascesa e caduta (in battaglia) di un uomo votato al male: è un horror"

 

 

Ascesa e caduta (in battaglia) di un uomo votato al male che aveva saputo farsi per un po' re del mondo... Pervaso di un'aura cimiteriale, "Scarface" di Brian de Palma più che un remake del film di Howard Hawks è l'epopea di un personaggio che più negativo non si può (scontato sia stato preso a modello dai boss della ndrangheta di Secondigliano). Non stupisce perciò trovare scritto il nome di Oliver Stone alla voce "sceneggiatura", figura che non può mancare quando si parla di antieroi. Duole dirlo ma è la sceneggiatura l'unico difetto che appesantisce la visione togliendo alla pellicola lo status di capolavoro al quale poteva ambire. Per il resto, c'era tutto: un attore baciato dall'ispirazione come Al Pacino (i suoi sguardi che si accendono di odio fanno letteralmente rabbrividire) un regista con le contropalle come Brian de Palma preso nel suo miglior periodo, figure di secondo piano ma di primo livello (Frank Loggia, Murray Abraham) una fotografia volutamente sporca che contrasta con la solare ambientazione a Miami Beach e che contribuisce che sprofondare lo spettatore in una sorta di interregno in questo mondo ma che allo stesso tempo ne è al di fuori. Quest'ultimo, un elemento che mi fa affermare che "Scarface" è formalmente un horror, e per quanto audace possa apparire questa classificazione si vedano la sequenza dell'interrogatorio con la motosega (che sembra uscita più da un rape and revenge) o l'eccessivo (sotto ogni aspetto) finalone dove "Tony Montana" [EVIDENZIA LO SPOILER] continua a incassare proiettili senza andare giù: più che in preda a un delirio di onnipotenza, pare davvero il diavolo impersonificato (come del resto l'angelica Elvira/Pfeiffer appariva un angelo in gabbia). Forse sarebbe stato meglio ignorare la cultura modaiola che voleva Moroder "autore di colonne sonore": a conti a fatti, inadatto a vestire di musica un film di quasi 3 ore. [FB]

 

[ID] di B. DE PALMA, CON AL PACINO, M. PFEIFFER, S. BAUER, F. LOGGIA, DRAM, USA, 1983, 170', 2.35:1