F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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VENERE IN PELLICCIA
UNDER THE SKIN
THE WOLF OF WALL STREET
NYMPH()MANIAC VOL.1
NYMPH()MANIAC VOL.2
BLUE JASMINE
THE IMMIGRANT
HER
DALLAS BUYERS CLUB
A PROPOSITO DI DAVIS
ENEMY
LA GRANDE BELLEZZA

IL FUOCO DELLA VENDETTA
MOOD INDIGO
MISS VIOLENCE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un film muto nel 2013?"

 

 

Sgamato per l'avere l'amante, rischia di venire evirato dalla compagna, che poi si sfoga sul figlio. Il complesso di colpa si mette subito al lavoro ma il cortocircuito emozionale è ormai attivato e irreversibile... Non "Kim Ki DUCK" (trad. "kim ki papero") come l'ha chiamato Mann a Venezia, ma Kim Ki-Duk è quel sud-coreano che dopo due leoni d'oro a Venezia può francamente permettersi qualunque cosa, uno che -citando il grande Corrado Guzzanti- "può fare un po' tutto quel che cazzo gli pare". E lo fa. "Moebius" è un film MUTO. Avete inteso bene: per tutti gli ottanta e passa minuti non viene proferita una sola parola dagli attori, solo gemiti, sospiri, pianti, urla di dolore o di rabbia. Ricordate Moretti quando parlava di quel 'horror' riprendendone la recensione: "contano i fatti", e noi potremmo dire ancor meglio: "contano i volti, quelli dei tre attori principali impiegati, perfetti a descrivere con i soli sguardi un maelstrom di stati d'animo. E poi gli eccessi, eccessi che hanno portato ad una forma di censura nel paere d'origine, dove il film è stato limitato ad un numero ristretto di sale. Abbiamo, nell'ordine: evirazioni, stupri, masochismo, onanismo. Un poker che starebbe più a suo agio in un porno, che l'autore coreano trasforma in un dramma da far sembrare certe tragedie greche il Grande Fratello. La novità narrativa della pellicola è però anche il suo limite: un'ora si regge molto bene, ma negli ultimi venti minuti sarebbe stato opportuno concedere qualcosa di più oltre al primo sentore di colonna sonora. Questo rigore formale hanekiano  diventa controproducente poi in alcune sequenze che corrono pericolosamente sul filo del ridicolo involotario e che un decido cambio di registro avrebbe aiutato ad evitare. All'inizio vediamo un ragazzo che gioca a golf come in  FERRO 3  ma questo lavoro non ne ripete i fasti, tanto di quello tanto che nel magnifico  PIETà  Comunque, da vedere. [FB]

 

[HANGUL] di K. KI-DUK, CON C. JAE-HYUN, S. YOUNG-JU, L. EUN-WOO, DRAM, SUD COREA, 2013, 85', 1.85:1