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"film NECESSARIO negli anni in cui fu fatto"

 

 

Il superamento del condine tedesco da parte dei sovietici provoca una serie di reazioni a catena mortali... Ricordo bene questo film, perché lo vidi ben due volte in sala: la prima visione accanto a mia madre, da sempre cinefile e con la quale da bambino condividevo le esperienze cinematografiche in widescreen technicolor, la seconda con i compagni di scuola, essendo stato destinato a fini educativi/didattici dal Ministero per le scolaresche. Al di la di ogni preconcetto, "Day After Il Giorno Dopo" era un film NECESSARIO nell'anno in cui uscì, proprio perché la Guerra Fredda viveva allora il suo momento di calma apparente che poteva sfociare da un momento all'altro nell'innesco dell'Ordigno "Fine-di-Mondo" come aveva predetto sua Maestà Kubrick per bocca del grottesco generale sovietico alla tavola rotonda con il Presidente degli Stati Uniti interpretato da Peter Sellers. Quindici anni più tardi di  STRANAMORE  davvero non ci si permetteva più il lusso di scherzarci su al tema "guerra termonucleare globale". Nel film di Meyer non c'è spazio per le mediazioni, nè per gli allarmi rientrati alla maniera del contemporaneo film sui "giochi di guerra" ma si va diritto alla meta: in fondo a quella superstrada nel deserto già in locandina con quel fungo rosso dall'aspetto alieno. Jason Robards e John Lithgow interpretano l'uno un dottore, l'altro uno scienziato; entrambi muti testimoni davanti all'Inevitabilità della follia umana. "L'hanno fatto per davvero" avrà a dire qualcuno. Pur non trovandoci dinnanzi ad un capolavoro, ma solo ad un film "ben fatto", ciò che porterà al "fungo" vede in montaggio alternato la normalità dei civili e l'animosità dei militari in una escalation che dopo l'invasione russa della Germania (!) vedrà le due superpotenze annientarsi a vicenda. La seconda parte è più ordinaria, con la neve radioattiva e la lenta uscita dai bunker di una popolazione ridotta a vivere come gli insetti. [FB]

 

[ID] di N. MEYER, CON J. ROBARDS, J. LITHGOW, S. GUTTENBERG, HORROR, USA, 1983, 122', 1,85:1