F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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GLI ARISTOGATTI
VENGA A PRENDERE UN CAFFé
M.A.S.H.
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
L'UCCELLO DALLE PIUME...
INDAGINE SU UN CITTADINO...

I DIAVOLI
IL CONFORMISTA
PICCOLO GRANDE UOMO
UN UOMO CHIAMATO CAVALLO
SOLDATO BLU
IL GIARDINO DEI FINZI...

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Quattro donne sono ospiti nel loft di un industriale miliardario, su di un isola con i rispettivi debosciati consorti, due di questi soci d'affari del primo. Lo scopo è quello di convincere l'ultimo, uno scienziato, a cedere loro la formula di una rivoluzionaria resina sintetica. L'omicidio del cameriere li mette in allarme allorché si accorgono che qualcuno ha sabotato la radio e fatto sparire opportunamente il motoscafo. Una fulgida tipetta -unica indigena del luogo- intanto li spia, seminando zizzania e dando fuoco alla miccia... "Cinque Bambole per la Luna d'Agosto", ovvero il "Dieci Piccoli Indiani" di Mario Bava scopre presto le sue carte. Dopo aver presentato volti che si raccontano da soli di tre uomini avidi che tentano di corrompere con ogni mezzo l'idealista, la vicenda tarda a trovare il giusto mordente rischiando di avvitarsi più volte su sé stessa, ma mano a mano che le presenze sull'isola si assottigliano inizia a farsi più interessante. I corpi dei giocatori di questa sciarada, uccisi uno ad uno ed appesi fra i quarti di bue nella cella frigorifera, cadenzano la narrazione ponendosi come ideali capitoli di un gioco a eliminazione che ne vedrà trionfare uno solo; se questi sembrano non reagire, restando inermi in attesa che nuovi eventi segnino il loro destino al pari di manichini che infilati in sacchi di plastica avranno l'unico fine di riempire la ghiacciaia, la soluzione giunge tuttavia scontata e priva della drammatizzazione necessaria. I temi musicali yé-yé (fin troppo simpatici) si rivelano non troppo adatti a commento della storia. Bava voleva essere ironico ma è restato troppo in superficie, regalando l'unico vero sussulto poco prima di una chiusa scialba. Del resto, le cronache riportano che il regista giunse a detestare questa sua opera. Accurata costruzione delle inquadrature degli arredi, con scale (elemento scenografico ricorrente) onnipresenti, e la burrosa Fenech al suo esordio. [FB]

 

di M. BAVA, CON I. FURSTENBERG, H. ROSS, W. BERGER E. FENECH, GIALLO, ITA, 1970, 78', 1.33:1, VOTO: 6