F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        2 0 0 0        2 0 0 1        2 0 0 2        2 0 0 3        2 0 0 4       2 0 0 5        2 0 0 6        2 0 0 7        2 0 0 8        2 0 0 9        >

 

●●●●





MULHOLLAND DRIVE
SESSION 9
ICHI THE KILLER

THE OTHERS
GOSFORD PARK
LA SPINA DEL DIAVOLO

IL MISTERO DELL'ACQUA
LA VERA STORIA DI JACK...
THE HOLE
DARKNESS
-

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"in una vicenda storica si innesta, con successo, il fantastico"

 

 

Mentre infuria la guerra civile, in uno sperduto orfanotrofio dove sono ricoverati orfani di partigiani rossi, giunge un nuovo ospite. Subito instaura una connessione con un coetaneo che gli appare come fantasma... Almodovar produce Guillermo del Toro. "Cos'è un fantasma? Un evento incredibile destinato a ripetersi all'infinito", si dice. "La Spina del Diavolo" è una credenza che vuole venga ai bambini che non avrebbero dovuto nascere. "Qui non ci sono regole, non è una prigione" dice la direttrice al bambino Carlos, e ammonisce: "il paese è a una notte di cammino, e la notte fa molto freddo, non conviene scappare". Come sarà per  IL LABIRINTO DEL FAUNO  in una vicenda storica si innesta il fantastico: la figura del "sospiroso", specie di baubau di cui parlano i bambini, è di chiara ascendenza argentiana, tant'è che Del Toro cita  SUSPIRIA  in una scena (l'ombra dietro al lenzuolo che scompare dietro ad esso). L'altra pellicola di cui "La Spina del Diavolo" è debitore è chiaramente  GLI ORRORI DEL LICEO FEMMINILE  di Ibanez-Serrador. Se non ci fosse stato questo, non ci sarebbero stati gli altri due. Il regista messicano cita anche Mario Bava nelle scene dove il fantasma del bambino fa cucù dietro alle finestre. Eduardo Noriega visto nei primi due film di Amenabar e l'almodovariana Marisa de Pederos nel ruolo della direttrice con la gamba artificiale (manco a dirlo, bravissima) fanno da spalle adulte alla marramaglia di bambini ottimamente diretti, su tutti il bravissimo piccolo protagonista. Del Toro non risparmia colpi bassi (muoiono bambini carbonizzati) e si conferma uno di quei rari registi che realmente sanno dirigere i bambini e farli rendere come e più di attori navigati. Belle le atmosfere, forti le metafore (la bomba inesplosa come pericolo scampato ma non passato del tutto) e il male che colpisce dal di dentro. Bellissimo il finale, dove aleggia ancora il fantasma di Ibanez-Serrador, ma a parti invertite. [FB]

 

[EL ESPINAZO...] di G. DEL TORO, CON F. LUPPI, E. NORIEGA, HORROR, SPAGNA, 2001, 106', 1.85:1