F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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THE RING
IN LINEA CON L'ASSASSINO
PANIC ROOM

MAY
INSOMNIA
28 GIORNI DOPO

SECOND NAME
CABIN FEVER
FEMME FATALE
SIGNS
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"paranoia e attesa cedono purtroppo alla spettacolizzazione"

 

 

In una fattoria sperduta in mezzo ai campi di granoturco vive un pastore protestante che dismesso i voti a seguito della tragica scomparsa della moglie, i due figli piccoli e il fratello: mancato campione di baseball. Scoperto un tipico cerchio di grano pensano a un tiro mancino di qualche buontempone, ma quando i disegni si moltiplicano esponenzialmente su scala mondiale realizzano che la loro stessa esistenza è in pericolo... L'autore de  IL SESTO SENSO  dopo il buono ma parzialmente incompreso  UNBREAKABLE  incappa nel classico passo falso. Non che "Signs" sia un film totalmente da buttare, tutt'altro, solo i difetti registici e soprattutto tramici tipici dell'artigiano di origini indiane emergono qui come boe di segnalazione: insomma risulta impossibile ignorarli. Le parentesi pericolosamente ai limiti del ridicolo involontario sono molte, troppe, e trovare un grande attore come Joaquin Phoenix seduto sul divano con l'imbuto in testa lascia comprensibilmente interdetti. Da questo punto l'imbambolato Mel Gibson è molto più a suo agio. Dopo la sequenza clou dell'assedio, Shyamallan scivola sulla famigerata buccia di banana mostrando quello che era stato abilmente più o meno celato sino a quel punto: [EVIDENZIA LO SPOILER] un alieno che -complice l'animazione in 3D non proprio felice- pare più uno spauracchio videoludico in libera uscita da "Doom 3"! Peccato perché costui, visto nel video amatoriale alla festa di compleanno, sortiva tutt'altro effetto e il "brividino" giungeva puntuale. Paranoia e attesa sono le parole d'ordine tenute a mente per buona parte della storia, e cedere alla spettacolarizzazione finale (si fa per dire) non giova, per di più considerato lo scarso appeal che ha questa volta il proverbiale colpo di scena, marchio di fabbrica del regista. Un passo falso quindi che servirà tuttavia all'autore per riordinare idee e propri mezzi per rilanciarsi di lì a un paio di anni con la sua opera migliore. Nello score, Horner si rifà agli ossessivi cluster ribattuti herrmaniani. [FB]

 

[ID] di M. NIGHT SHYAMALLAN, CON M. GIBSON E J. PHOENIX, FANT/HORROR, USA, 2002, 106', 1.85:1