F A B I O B O R E L L I
H O M E
R E C E N S I O N I
C I N E M A
T E M P O L I B E
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THE RING
IN LINEA CON L'ASSASSINO
PANIC ROOM
MAY
INSOMNIA
28 GIORNI DOPO
SECOND NAME
CABIN FEVER
FEMME FATALE
SIGNS
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C'è David Lynch (drogato) che detta nel sonno uno dei suoi deliri a Eli Roth, suo collaboratore, il quale prende nota, ci mette mano e convince un pugno di teenager a vestire i panni dei soliti sfigati destinati al macello. Qui, messo in moto da una specie di virulentissima febbre della pelle. La psoriasi, genera psicosi... A livello tramico, il film altro non è che un grottesco divertissement, totalmente privo di qualunque logica, sanguinario, malsano, demenziale. Se il regista cita tutto il cinema horror yankee: dai "2000 Maniacs" a "Non Aprite quella Porta", da "Un Tranquillo week-end di Paura" a "La Casa", non sempre si riesce a stare al suo gioco e il sospetto di "velata presa per il deretano" si fa timidamente certezza. La consecutio è illogica ma diabolicamente perfetta: l'animale infetto trasmette il virus ad un untore umano, questi lo veicola alle persone che l'avevano respinto: proprio in conseguenza alle azioni dettate dal loro primitivo istinto di sopravvivenza! Se l'infetto va fermato con ogni mezzo, è il panico irrazionale il vero veicolo del virus. Chiaramente la metafora (razzismo, paura del diverso) è evidente e la strizzata d'occhio conclusiva ("il fucile è per i negri!") è genuina e ci consegna un sorriso che lascia relativamente soddisfatti. Si tratta di un horror intriso di humor nero, ma non mancheranno siparietti squisitamente twinpeaksiani (il buffo personaggio del tutore della legge amante delle "baldorie") sottolineati dagli ipnotici vibrafoni di Badalamenti. La fotografia è molto curata, così come lo è la confezione. Fantozziana, la sequenza del ragazzo che -pur consapevole del rischio contagio- ignora il "sesso sicuro" per ripiegare sulla dolorosa toilettatura a base di dinsinfettante. Negli efficaci titoli: un cartello biancastro, progressivamente si deteriora, come per via di una cancrena che lo consuma dall'interno, mentre l'insistente ronzio di sciami di mosche si fa via via più parossistico. [FB]
[ID] di E. ROTH, CON J. LADD, R. STRONG E J. DEBELLO, HORROR, USA, 2002, 94', 2.35:1, VOTO: 7