F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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A PIEDI NUDI NEL PARCO
INDOVINA CHI VIENE A CENA
BARBARELLA
IL LIBRO DELLA GIUNGLA
TRE PASSI NEL DELIRIO
PER FAVORE NON MORDERMI...

GLI OCCHI DELLA NOTTE
BELLA DI GIORNO
IL LAUREATO

SI VIVE SOLO DUE VOLTE
NICK MANO FREDDA
RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"una pellicola invecchiata abbastanza male"

 

 

Diventata cieca a seguito di un incidente, una ragazza finisce inconsapevole preda di un trio di commedianti malintenzionati piombati in casa sua alla ricerca di una bambola contenente della droga, finita puramente per caso nelle mani del marito. Mentre quest'ultimo è fuori per lavoro, i tre allestiscono una messinscena... Terence Young si prende una pausa dallo 007 che aveva tenuto a battesimo, per dirigere Audrey Hepburn ne "Gli Occhi della Notte". Quello che nelle mani di Alfred Hitchcock avrebbe potuto ambire a ben altri risultati. Trattasi del classico thriller ambientato in una sola stanza, potenzialmente prestabile anche ad una mise en scene teatrale. La pantomima orchestrata per ottenere l'informazione che cercano è sicuramente molto ingegnosa e solletica l'attenzione dello spettatore, ma la regia è fiacca e incapace a mantenere alto il ritmo. Inizialmente insopportabile la piccola quattr'occhi "Gloria", che irrompe nell'appartamento della protagonista senza neanche bussare: tendenza che si rivelerà fortunata per la povera Hepburn, alla mercé dei tre tipacci. Quest'ultima è brava ma non valorizzata abbastanza (Young non è quello che si può definire "un regista che sappia ottenere il massimo dai suoi attori"). Insomma, alla fine, il gioco orchestrato attorno alla preda che noi spettatori conosciamo già, finisce con lo stancare. La pellicola è poi invecchiata abbastanza male rispetto ad altre che vedranno in maniera analoga una non vedente al centro dell'azione; penso a  TERRORE CIECO con l'altrettanto brava (bravissima per Polanski di qui a poco) Mia Farrow. Bello lo scontro finale al buio, che deve avere evidentemente ispirato Jonathan Demme nel faccia-a-faccia del suo più celebre, blasonato lavoro ("Bufalo Bill" vs Agente Sterling) tra l'eroina e il camaleontico Alan Arkin: il più pericoloso del tris di cattivi, e assai più magnetico di un Richard Crenna che vediamo assai più al centro della scena. [FB]

 

[WAIT UNTIL DARK] DI T. YOUNG, CON A. HEPBURN, R. CRENNA, A. ARKIN, THRILLER, UK, 1967, 108', 1.85:1