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"Mario Merola incontra Kubrick"

 

 

All'ombra del Maschio Angioino, a "Don Salvatò" gli ammazzano come cani: moglie e figlo. Si farà giustizia... I più ricorderanno il tragicomico confronto tra quel cialtrone di Bono Vox e Mario Merola a Sanremo. Quest'ultimo lo applaudiva in faccia, in evidente spregio, come a dire: "si' bravo guagliò"! Leggendario. Fu un amico a farmi conoscere "Napoli Serenata Calibro 9". Constatai che sì, citava  2001  di Kubrick. Dico sul serio: della sequenza dell'osso che diventa astronave, qui ne è ripresa l'ellissi, sull'uscita di scena del malvivente. Siamo nel campo del famigerato filone delle "lacrime napulitane". Tutta la sequenza ambientata nel ristorante è pazzesca: prima si esibisce un tizia in una specie di cabaret, poi Merola canta la title-song, un montaggio alternato mostra i cattivoni in arrivo in moto, poi la "viulensa" e il volo carpiato kubrickiano. "Pigliate i soldi e vattinne, che qui ci stanno i creauture!". Niente: bang-bang-bang! La recitazione di Merula è pazzesca, nel senso che il dolore della perdita lo dimostra... digerendo 'o babbà (!) Quel che seguirà non sarà da meno, con contorno di guappi, travestiti (Leopoldo Mastelloni!) zoccole, "piccirilli" che fanno "i grandi", gobbi, macchiette (le forze dell'ordine). Manca solo Bono Vox. Merola prende a ceffoni gli scippatori con piglio alla Bud Spencer e nel finale si confronta con loro in puro stile spaghetti-western: neo giustiziere, affronta i cattivi, dopo che questi si davano a bagordi (l'evangelica "ultima cena") dopo essersi annunciato dal ticchettìo dei tacchi (!) in corridoio, con i guappi che lo attendono senza neanche impugnare le armi. Moriranno crivellati di colpi (Merola spara con due pistole come neanche Ringo) senza rivelare (ovviamente) una sola goccia di sangue! Gran finale con un estenuante inseguimento di motoscafi. Regia di Alfonso Brescia da un soggetto dell'incorreggibile Ciro Ippolito degli "Squallor". Pazzesco. [FB]

 

di A. BRESCIA, CON M. MEROLA, A. CANTI, R. DE SIMONE, POLIZ/DRAMMATICO, ITALIA, 1978, 84', 1.85:1