F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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THE RING
IN LINEA CON L'ASSASSINO
PANIC ROOM

MAY
INSOMNIA
28 GIORNI DOPO

SECOND NAME
CABIN FEVER
FEMME FATALE
SIGNS
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Un imprenditore finisce in gattabuia e deve dividere la cella con un corpulento travestito, un demente che mangia ogni cosa che trova e un professore che nonostante gestisca la biblioteca rifiuta di leggere un libro da anni. In un nascondiglio celato nel muro della cella rinvengono casualmente un libro di magia nera... Ricorda  CUBE  per l'atmosfera claustrofobica e per il fatto che il 99% della storia si ambienta nelle quattro mura della cella dove sono rinchiusi i quattro, in ogni caso senza il ricorso ad alcun girato in esterni. Sarebbe stato un miracolo se la noia non avesse mai fatto capolino e del resto se il sottoscritto non crede ai miracoli questo film non offre l'occasione per smentire questa convinzione. Se la tenuta non è quindi a prova di sbadiglio (penalizzandone -nel lasciare solo abbozzata la figura-chiave dell'omicida seriale con il pallino per l'esoterismo- la valutazione complessiva) la vicenda di ergastolani che si appigliano alla magia pur di caldeggiare un'evasione si fa comunque seguire. Sul plot aleggia il fantasma di Lovecraft, mai evocato se non nell'allocuzione "Yog-Sothoth" contenuta nel "diario" che progressivamente assume sempre più l'aspetto di un Necronomicon-ex-Mortis. Due le scene che colpiscono l'immaginazione: il corpo del malcapitato di turno che levita a mezz'aria e inizia a contorcersi avvitandosi come afferrato e stritolato da una forza invisibile (altro debito con lo scrittore di Providence) per la sola colpa di avere "vilipeso" il libro stesso (fatto che ne sottintende una volontà autonoma) e la regressione pre-natale dell'autore del malefico tomo, narrata in un efficace flashback. Efficace come pure la ricostruzione dell'atmosfera dietro le sbarre, fatta da giorni sempre uguali in attesa di un piccolo evento che ne riscatterebbe il ripetitivo grigiore. Efficace il finale, che attraverso un uso oculato della computer grafica restituisce un brivido genuino in una piccola, fugace inquadratura. [FB]

 

[ID] di E. VALETTE, CON G. LAROCHE E P. LAUDENBACK , HORROR, FRANCIA, 2002, 90', 1.85:1, VOTO: 6