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T R A I L E R

   
 

"atteso ritorno del regista con un film troppo fiacco per risultare inquietante"

 

 

Un seminarista inguaiato e denunciato dal Tribunale Vaticano, si impegna -su indicazioni di una vecchia misteriosa, attraverso un patto di sangue- come "scritturale" in un monastero dov'è confinato un malandato ex parroco in odore di stregoneria appartenuto ad un circolo iniziatico con il nome de "L'Arcano Incantatore". Dopo tredici anni di lontananza dal genere horror, forse su insistenza del suo pubblico dimenticato o perché stuzzicato dal lavoro svolto come sceneggiatore per l'ottimo serial  VOCI NOTTURNE  Pupi Avati ritorna da regista con un film in costume a sfondo gotico troppo fiacco però per risultare inquietante, che  si trascina stancamente sino ad una conclusione che, invero, reca in sé un colpo di scena comunque apprezzabile. Ricerche esoteriche, corrispondenze segrete attraverso codificazione di un misterioso tomo, traslazione attraverso il proprio doppio astrale, campanellini legati a sottili fili che risuonano nelle tenebre rivelando presenze in stanze deserte dai pavimenti cosparsi di farina. Intorno: una buona ricostruzione, una curata fotografia e illuminazione ed un pugno di bei momenti d'horror vacui come la sequenza del rinvenimento del cadavere di Nerio (il curato che aveva preceduto il seminarista) quella della rivelazione attraverso lo specchio delle due novizie scomparse, accanto ad altri -francamente stucchevoli- come il ritrovare a più riprese il protagonista nella lettura di testi di demonologia mentre a corollario: porte sbattono da sole, calici si levano retti da mani invisibili, cristalli vibrano. Recitazione canina del solito Stefano Dionisi e scelta oltremodo deprecabile non doppiarlo, dal momento che sua è la voce narrante (contrapposta a quella "teatrale" di Carlo Cecchi). Un po' melliflue le musiche di Donaggio e una strizzata d'occhio ai fan della prim'ora nell'inquadratura di una certa chiesa della bassa padana. Da Avati, era lecito attendersi molto di più. [FB]

 

di P. AVATI, CON S. DIONISI E C. CECCHI,  HORROR, ITALIA, 1996, 96', 1.85:1