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T R A I L E R

   
 

"il mondo pare destinato a collassare in direzione opposta rispetto all'espansione del big bang"

 

 

Conosciuto un inquietante individuo durante la degenza in ospedale a seguito di un incidente, una giovane coppia in cerca di emozioni forti si avvicina ad un giro clandestino di corse automobilistiche il cui conseguimento non è arrivare primi ma terminare nel più terrificante dei modi uscendone quantomeno vivi... Ricordo ancora molto bene quella sera in cui vidi per la prima volta "Crash" al cinema. La sensazione che ne seppi trarre fu di un lavoro molto freddo, anche secondo i canoni non certo accomodanti del cineasta canadese, dal quale anche le frequenti scene di sesso assumevano un carattere quasi cimiteriale. Certamente questa, una peculiarità voluta e ricercata da Cronenberg che partendo dall'omonimo libro di James Ballard ci parla di un'umanità annoiata talmente dalla vita da ricercare emozioni forti da sentirsi vivi proprio abbracciando, anche solo per qualche istante, l'abbraccio della morte. Vedere i personaggi della storia eccitarsi parlando di incidenti mortali e di corpi straziati dalle lamiere, di corpi esanimi catapultati dal lunotto (direttamente sulla cinepresa!) mostrando con orgoglio cicatrici e menomazioni fisiche conseguenti a "crash" perfetti (l'apparizione e il racconto di una Rosanna Arquette deambulante in un tutore metallico che sembra più un esoscheletro) può provocare qualche ovvio turbamento nello spettatore comune. L'opera di Cronenberg si nutre appunto di quell'aura perturbante che i soliti ben pensanti temevano avesse potuto creare qualche sorta di scellerata emulazione, tant'è che della pellicola anche conseguentemente al conseguimento del Premio a Cannes, si parlò di un possibile sequestro a seguito di fantomatiche denunce. Il "Crash" soprattutto è metaforico: quello di un mondo che pare destinato a collassare in direzione opposta rispetto all'espansione iniziale del Big Bang. Opera scomoda, addirittura ostile, che fa tutto per esserlo. [FB]

 

[ID] di D. CRONENBERG, CON J. SPADER, H. HUNTER E R. ARQUETTE, GROTTESCO, CANADA, 1996, 98', 1.85:1