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Una famigliola composta da padre, madre e un bimbo giunge alla casa delle vacanze sul lago. Salutando fugacemente i vicini che trovano in compagnia di due ragazzi in tenuta da tennis, notano subito in loro uno strano comportamento. Non passa molto che uno dei due si presenti al loro ingresso, con una richiesta tutto sommato innocua: delle uova: un pretesto come un altro che innescherà un'escalation di violenze gratuite... Michael Haneke è un cineasta tedesco che, arrivando dal documentario, si rivelò nel '97 con "Funny Games". L'intenzione è quella di giocare di riflesso con lo spettatore che viene a trovarsi nella scomoda situazione di sentirsi in qualche modo "complice" delle azioni dei due "giocatori" sullo schermo (tennis, si diceva, ma anche golf) teorizzatori di una "violenza, come gioco". Li vedremo: ammiccare in camera, rivolgersi smaccatamente allo spettatore, addirittura interagire con il mezzo-cinema trasformandosi da attori a demiurghi (evadendo dalla finzione per agire direttamente nella realtà attraverso la geniale trovata del rewind che ripristinerà il corretto modo in cui "dovevano andare le cose"). Ma il regista non gioca mai sporco, anzi, dissemina indizi qua e la (l'insistito dettaglio del coltello sulla barca a vela) non lesinando in colpi bassi (la mattanza davanti ad un televisore dove rombano assordanti i motori del Gran Premio) attraverso l'abolizione di ogni codice morale, o che illudono i personaggi con false speranze puntualmente tradite. Tutto è lasciato fuori dall'inquadratura (ancora il televisore grondante sangue) e l'indice è puntato sulla violenza propinata senza filtri all'utenza domestica, della quale "Funny Games" (l'Arancia Meccanica degli anni '90) si serve per trarre la sua ludica lezione. Film scomodo che mette a disagio, è stato rifatto (identico) da Haneke nel 2008. Ma Roth e la Watts non valgono Ulrich Muhe e Susanne Lothar. Tantomeno, i due psicopatici. [FB]

 

[ID] di M. HANEKE, CON H. MUHE E S. LOTHAR, THRILLER, AUSTRIA, 1997, 103', 1.85:1, VOTO: 9