F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 7 0        1 9 7 1        1 9 7 2        1 9 7 3        1 9 7 4      1 9 7 5        1 9 7 6        1 9 7 7        1 9 7 8        1 9 7 9        >

 

●●

IL VIZIETTO
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE
ECCE BOMBO
IL PARADISO PUò ATTENDERE
FURY
HALLOWEEN
NOSFERATU

IL TOCCO DELLA MEDUSA
SOLAMENTE NERO
LA MALEDIZIONE DI DAMIEN
IL CACCIATORE
COMA PROFONDO
RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE
LA SETTIMA DONNA
NON VIOLENTATE JENNIFER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"una ladra, una bombarola, una puttana e una pazza drogata: puà bastare?"

 

 

Quattro evase, guidate dalla leader, brigatista negli anni di piombo, salgono su un autobus sul quale viaggiano delle tenniste in trasferta, che sequestrano. Riparano presso la grande villa di un giudice... Giovanni Brusadori dirige "Le Evase", sottotitolo acchiappa-gonzi: "Storie di Sesso e di Violenza". Il volto femminile di spicco è quello di Lilli Carati, e poi riconosciamo quello di Marina Dunia, che qui, dapprima si prende e indossa la pelliccia della padrona di casa e poi "Qui fa freddo!", "Anche in galera faceva freddo, e sai come ci scaldavamo? Col calore umano!". E si proseguirà perciò usando Dirce Funari (qui accreditata come Patrizia Funari) usata come pleid dalla Daunia ("hai diciott'anni? E ti hanno già fatto la festa?"). Parallelamente anche la ninfomane del gruppo sottometterà l'autista del bus, e unico uomo, con il giudice, tra i sequestrati. Le evase troncheranno vari tentativi di fuga come quello della bella Zora Kerova, useranno violenza (sessuale, s'intende) da ambo le parti (le "evase" sottomettono anche le tre figure maschili lì presenti: in primis l'autista, con due baffoni e una chioma cotonata alla 'Cesare Ragazzi') e umniliazioni (i "bisogni" pubblici) in attesa dell'arrivo di complici dall'esterno sui quali contare. Bizzarra l'interazione tra giudice e Carati che da par suo, si schernisce: "la prossima volta la mano, infilala nel culo di quella troia di tua moglie!" al suo "allungare le mani". L'ultima mezz'ora prevede l'inevitabile assedio con il cambio di comando della banda, con la Carati che finisce violentata dal giudice-porco che le ringhia un sibillino "sono ancora io che comando!" conferendo al lavoro una impensabile connotazione politica. "E dire che sembravano angeli spaesati: un accidente! Una ladra, una bombarola, una puttana e una pazza drogata. E tutte assassine!". Musiche di Pippo Caruso che contribuiscono non poco ad una efficace resa della tensione nelle poche sequenze dedicate. [FB]

 

di G. BRUSADORI, CON L. CARATI, M. DAUNIA, Z. KEROVA, D. FUNARI, THRIL/EROT, ITA, 1978, 90', 1.85:1