F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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RIGHT TO DIE
SOUNDS LIKE
PELTS
PRO LIFE
DREAM CRUISE

THE SCREWFLY SOLUTION
THE BLACK CAT
VALERIE ON THE STAIRS
THE DAMNED THING

WE ALL SCREAM FOR ICE CREAM
THE WASHINGTONIANS
THE V WORLD
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MASTERS OF HORROR 2 (TV)

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Nel prologo, una famigliola riunita attorno ad un tavolo per cena: lui dilania lei a fucilate e insegue il pargolo per tutta la campagna sparando all'impazzata, prima di finire sbudellato da una forza invisibile. Passano una ventina e più di anni e il bambino ha indossato la divisa e la stella da sceriffo, ma il passato ritorna... Presto, passatemi un catino. D'accordo, Tobe Hooper non riesce più a cavare un ragno dal buco da interi eoni (non gli basterebbero le trivelle evocate in sceneggiatura) ma si fa ancora molta fatica ad accettare che l'autore di  NON APRITE QUELLA PORTA  sia caduto tanto in basso da firmare una robaccia indifendibile come "Il Custode" e che si ostini a farsi del male anche nei  MASTERS OF HORROR  Qui, già le premesse sono traballanti (e le strizzate d'occhio a "Shining", fastidiose) ma neanche dopo 10': storia e messinscena inciampano di pari passo come un ubriaco preda del delirium tremens, caracollando ovunque e procedendo poi senza riuscire più a mettersi non dico in piedi, ma almeno carponi. Si susseguono una serie di situazioni talmente assurde da suscitare risate involontarie condite per di più da dialoghi oltre la soglia della demenza. Da morire, la scena dove moglie e figlio fuggono perché minacciati, per ripiegare in un batter di ciglia -mossi inspiegabilmente da improvvisa commozione- verso la pozza nera nella quale s'è impantanato l'inseguitore. Sul piano dell'effettaccio si salva solo la scena con l'incidentata soccorsa dal tutore della legge. Il finale è infine di quelli in cui ti domandi se non sia finita la pellicola o la luce improvvisamente, tant'é che i titoli partono d'amblé nel bel mezzo di una scena concitata. Con Ted Raimi, fratello di Sam, nel ruolo di un prete che non da l'assoluzione, e l'interrogativo sul perché il protagonista manco quarantenne parli con la voce di un vecchio decrepito (?) si può tranquillamente chiudere ogni discorso sulla sanità mentale di Hooper. [FB]

 

[THE DAMNED THING] di T. HOOPER, CON G. CRAIG E R. DRESCHER, HORROR, USA, 2006, 55', 1.85:1, VOTO: 3