F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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BABEL
PROPRIETA' PRIVATA
LE VITE DEGLI ALTRI
LE TRE SEPOLTURE
IL CAIMANO

THE DEPARTED
SYRIANA
DIARIO DI UNO SCANDALO
LETTERE DA IWO JIMA
LE LUCI DELLA SERA
LA CITTA' PROIBITA
L'ULTIMO RE DI SCOZIA
THE NEW WORLD
FLAGS OF OUR FATHERS

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Marocco-USA-Messico-Giappone. Quattro luoghi lontani ma anche quattro storie umane innescate da un'azione del passato... Alejandro Gonzalez Inarritu dopo il capolavoro "21 Grammi" ci riprova e prova ad alzare il tiro. Il montaggio a-temporale è meno virtuoso ma questa volta le storie narrate sono ben quattro e anche se i protagonisti di ciascuna non si incontrano tra loro, patiranno ugualmente gli uni in conseguenza delle azioni degli altri. In Marocco, facciamo conoscenza di una coppia in crisi impersonata da una sempre misurata Kate Blanchett e da un ritrovato Brad Pitt, al suo ritorno al cinema maiuscolo, dopo varie porcate invereconde e filmini gratuiti di cui nessuno mai si ricorderà. I suoi figlioletti nella finzione filmica sono in una città statunitense, accuditi da una babysitter che ha un figlio che si sposa, di lì a poco, in Messico. A Tokyo troviamo invece una ragazza sordomuta da poco orfana della madre, che urta la cattiveria e l'indifferenza dei coetanei. L'intento del regista è chiaramente quello di raccontare il dolore e la disperazione, l'impotenza e la rabbia, di una moderna babilonia dove piccole leggerezze sono destinate a ricadere come incudini sui più deboli, schiacciandoli. Se è innegabile che tenere insieme quattro drammi orchestrati con sapienza non è cosa comune a tutti, il regista inscena un differente stile per ciascuna storia, cercando di aderire in pieno allo spirito del luogo mostrato. Di certo, lo strazio nel deserto è un apice drammatico di fortissimo impatto, capace di incatenare anche il più insensibile alla poltrona. La capacità del cineasta è proprio quella di mettere a nudo i sentimenti, oltre al riuscire a ottenere totale attenzione da parte dello spettatore che difficilmente riuscirà a distrarsi o annoiarsi. "Babel" è una riflessione sulla fragilità dell'uomo, vittima di atti incontrollabili, non tanto del destino, quanto dei suoi simili. [FB]

 

[ID] di A. G. INARRITU, con B. PITT, C. BALCHETT, DRAMMATICO, MESSICO, 2006, 120', 2.35:1, VOTO: 9